MILANO (WSI) – Nel giorno X quello in cui si tiene la tanto attesa assemblea di Telecom Italia che doveva decidere sulle nomine del Consiglio di Amministrazione (CdA), come era previsto Elliott, favorita dall’appoggio del governo, la spunta su Vivendi. Vincent Bolloré perde quindi il controllo di TIM. Nonostante l’uomo d’affari francese potesse contare sul 24% dei diritti di voto, è stato costretto a inclinarsi al fondo di investimento americano.
Presente all’assemblea di Telecom c’era il 66,7735% del capitale sociale, un livello record. Il presidente in carica, Franco Bernabè, in avvio di lavori ha ricordato che gli azionisti rilevanti sono il gruppo francese Vivendi che detiene il 23,94% del capitale, il fondo americano Elliott guidato da Paul Singer con l’8,85% del capitale e Cassa Depositi e Prestiti con il 4,78% del capitale.
L’assemblea è stata terreno di duro scontro tra Vivendi ed Elliott che si contendevano la maggioranza del Board, dopo le dimissioni dei consiglieri francesi che hanno fatto decadere l’intero consiglio. La Cassa Depositi e Prestiti, una sorta di fondo sovrano italiano, si è schierata contro i francesi e dalla parte del fondo di investimento americano diretto e fondato da Paul Singer.
Al termine dl voto, i soci a favore del fondo americano hanno esultato, spingendo Bernabé a calmierare i toni ricordando che “non siamo allo stadio”. Elliott ha trovato un numero sufficiente di alleati nella sfida con il primo azionista Vivendi. I suoi candidati si andranno a imporre nel CdA dell’operatore tlc.
Equita, che ha ricoperto il ruolo di financial advisor di Elliott nella proxy fight con Vivendi, ha sottolineato che con la nuova governance vengono rappresentati gli interessi del mercato.
“Abbiamo seguito con favore l’intero confronto sulla governance TIM e vediamo nel risultato finale una rassicurazione di fairness e di correttezza verso l’intero mercato”, dichiara Carlo Andrea Volpe, Co-Head Investment Banking di Equita. “L’esito dell’assemblea di oggi è infatti la conferma che in società ad azionariato diffuso è la maggioranza degli azionisti che può e deve scegliere la formula di governance più rappresentativa degli interessi di tutti”.
Nuovo CdA di TIM, Cassa Depositi e Prestiti decisiva
I francesi guidati da Bollorè potevano contare sull’appoggio di fondi che sono nel loro azionariato e in quello di Telecom e punta a continuare la sua linea di governance, mentre Elliott puntava sul cambio con un consiglio indipendente che faccia gli interessi di tutti gli azionisti.
L’ago della bilancia era in mano però alla Cassa Depositi e Prestiti, entrato nel gruppo con il 4,2% per poi arrotondare la partecipazione fino a quasi il 5 per cento, ha depositato l’intera quota. Appena arrivato nel board di TIM, la Cassa ha da subito giocato a favore del fondo Elliott nell’ottica di attuare quel progetto di scorporo della rete di Telecom con l’idea di fonderla con Open Fiber.
Sia Vivendi sia Elliott, poi, hanno confermato il sostegno all’attuale amministratore delegato Amos Genish, in lista con Vivendi. Per quanto riguarda la composizione del board, come scrive Il Sole 24 Ore, sarà così delineata:
“Tenendo conto delle regole statutarie su indipendenti e genere, ecco come sarà composto il consiglio (asterisco per gli indipendenti). Se avesse vinto Vivendi: Amos Genish, Arnaud de Puyfontaine, Franco Bernabè, Marella Moretti*, Frédéric Crepin, Michele Valensise*, Giuseppina Capaldo*, Anna Jones*, Camilla Antonini*, Stephane Roussel/Fulvio Conti*, Alfredo Altavilla*, Massimo Ferrari*, Paola Giannotti de Ponti*, Luigi Gubitosi*.
Con la vittoria di Elliott: Fulvio Conti*, Alfredo Altavilla*, Massimo Ferrari*, Paola Giannotti de Ponti*, Luigi Gubitosi*, Paola Bonomo*, Maria Elena Cappello*, Lucia Morselli*, Dante Roscini*, Rocco Sabelli*/Amos Genish, Arnaud de Puyfontaine, Marella Moretti*, Michele Valensise*, Giuseppina Capaldo*”.