Il piano industriale non cambia. Così l’ad di Telecom Amos Genish, uomo di Vivendi, il gruppo francese guidato da Vincent Bollorè che all’assemblea di venerdì scorso è stato sconfitto dal fondo americano Elliott che ha ottenuto 10 posti contro i 5 dei francesi.
Il nuovo board si riunisce per le prima volta questo pomeriggio a Roma alle 17 per scegliere Fulvio Conti presidente e, a meno di sorprese, affidare le deleghe di ad a Genish che in una lettera accorata mette in chiaro al top management del gruppo che il piano industriale non cambia e confida nel loro pieno appoggio.
“Siamo sulla strada giusta, proseguiamo il cammino con rinnovato impegno a lungo termine (…) Sappiate che avete anche il mio pieno supporto. Abbiamo ancora molta strada da percorrere”.
La domanda principale che gli analisti si chiedono oggi è che fine farà adesso, all’indomani del ribaltone attuato da Paul Singer- in cui peso determinante lo ha avuto Cassa Depositi e Prestiti che ha deciso di appoggiare il fondo americano contro Vivendi- la rete scorporata.
Sarà messa in vendita? Si darà vita alla newco delle reti con Open Fiber? Proprio la presenza di Cassa Depositi e Prestiti si farà sentire sulle scelte di TIM. A proposito di Cdp, i vertici sono in scadenza e l’Assemblea è stata convocata il 23 maggio e circola voce che fra i papabili al vertice ci sarebbe Franco Bernabè.
Il voto di venerdì scorso nel cda di Telecom è stato visto come il momento finale di una battaglia che ha sollevato interrogativi sul fatto che Bollore abbia più di quanto possa avere in Italia. Tuttavia molti nel paese e anche all’interno di Vivendi vedono la mano dell’ex primo ministro Silvio Berlusconi dietro l’attacco di Elliott in Telecom Italia. L’hedge fund e la Finivest non sono sconosciuti. Quando l’anno scorso Silvio Berlusconi ha cercato di vendere il Milan ad un investitore cinese, è stato Elliott ad intervenire con un prestito di 128 milioni di euro e se Elliott non riavrà i suoi soldi indietro entro ottobre, il club cadrà sotto il suo controllo. La migliore scommessa per Vivendi ora – scrive Bloomberg – è quella di considerarsi un investitore finanziario in Telecom Italia e con questo in mente, Bollorè dovrebbe seppellire l’ascia di guerra con Elliott e trovare un modo per collaborare in modo efficace.