Roma – “Per risparmiare alla fondazione gli effetti negativi relativi alla controversia che riguarda la mia carriera ciclistica, pongo fine alle mie funzioni di presidente”.
Con questa motivazione Lance Armstrong ha annunciato la decisione di dimettersi dalla presidenza della Livestrong, la fondazione impegnata nella lotta contro il cancro che lui stesso aveva fondato nel 2003 dopo avere sconfitto un tumore ai testicoli.
Al 41enne ex corridore texano l’Usada, (l’agenzia americana anti-doping) ha deciso di revocare i sette trionfi consecutivi ottenuti al Tour de France dal 1999 al 2005, spiegando che il corridore texano aveva fatto ricorso a sostanze dopanti, utilizzando “il più sofisticato sistema per doparsi mai visto nella storia dello sport”. E i guai per Armstrong non finiscono qui.
Nike, infatti, ha annunciato di avere posto fine al suo accordo di sponsorizzazione con l’ex ciclista: “Poiché le prove sul fatto che si sia dopato e ci abbia ingannato per più di dieci anni sembrano inconfutabili, è con grande tristezza che abbiamo interrotto il contratto con lui”.
La Nike, tuttavia, ha ribadito l’intenzione di continuare a sostenere la fondazione di Armstrong.
Quella di cui faceva parte la sua squadra e’ stata definita dall’Agenzia Antidoping Usa “la rete di doping piu’ sofisticata mai vista”.