Economia

Tonfo Wall Street: futures Dow Jones crollano di 200 punti

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Mercati azionari sotto pressione in tutto il mondo dopo la decisione della Cina di svalutare lo yuan per la seconda giornata consecutiva, e in attesa della conferenza stampa che sarà tenuta domani dalla People’s Bank of China. Sui mercati c’è già qualcuno che teme un terzo intervento per svalutare la moneta cinese.

Société Générale lancia l’allarme deflazione, dall’Asia in Occidente e illustra un quadro caratterizzato da recessione e una crisi finanziaria della portata simile di quella del 2008.

Sul valutario, l’euro vola oltre quota $1,11, fino a $1,1158, con il dollaro che testa il minimo in un mese, dallo scorso 13 luglio. Rapporto dollaro/yen in calo, -0,70% a JPY 124,26.

La seconda svalutazione in due giorni dello yuan ha portato la moneta a scendere -1% a 6,38709 per dollaro alla fine della sessione a Shanghai. Il calo in due giorni è il maggiore dal gennaio del 1994. Intervistato da Bloomberg David Woo, responsabile della divisione di ricerca su rapporti di cambio e tassi a New York, afferma che la svalutazione cinese si tradurrà in una guerra valutaria che non si fermerà all’Asia.

“Tale mossa scatenerà una svalutazione competitiva in tutto il mondo, che inizierà in Asia ma sicuramente non finirà in Asia”.

Boom volatilità sulle valute dei mercati emergenti, con l’indice stilato da JP Morgan Chase che è balzato questa settimana +10,9%. Gli strategist che sono stati intervistati da Bloomberg anticipano una flessione in 19 delle 31 valute dei mercati emergenti entro la metà del 2016, con quelle dei mercati dell’America latina e dell’Europa dell’est che riporteranno le performance peggiori.

Deutsche Bank prevede tra l’altro che lo yuan sia sopravvalutato del 10% circa.

Con i timori sulla crisi in Cina e le svalutazioni dello yuan, si smorzano le attese di un rialzo dei tassi da parte della Fed, già nel mese di settembre. Gli acquisti sui bond Usa, UK e sui Bund si traducono in un crollo dei rendimenti, con i tassi sui Bund a due anni, già negativi, che scivolano a nuovi minimi record.

Tra i titoli sotto pressione Apple, reduce da un crollo superiore a -5% alla vigilia, Micron Technology -5% in premercato.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa, dopo la perdita pesante di ieri di anche il 4%, recuperano +1,72% a $43,82 al barile. Brent +1,24% a $49,79. Oro +0,83% a $1.116,90 l’oncia, argento +0,24% a $15,32.

Alle 13.34 ora italiana (le 7.34 di New York), i futures sull’indice S&P500 -0,80%.

I futures sul Nasdaq -0,80%.

I futures sul Dow Jones crollano di 212,33 punti (-1,21%), a 17.402,84.