“La lotta contro Trump usando ‘la carta russa’ è vicina alla pazzia assoluta. Sono basito. L’elite a Washington o i burocrati in America stanno facendo campagna contro Trump e questo ha completamente paralizzato la sua abilità di fare qualunque cosa, anche di avere qualsiasi dialogo con la Russia”: a parlare con questi termini al Financial Times è uno dei più importanti banchieri russi, Andrei Kostin. Il ceo della banca statale Vtb, la seconda maggiore del Paese, è convinto che il presidente americano, sia vittima di una forte opposizione interna volto a screditarne l’affidabilità. Il problema sentito in Russia, in questa delicata fase politica per The Donald, è che non si possa aprire lo spazio per la normalizzazione dei rapporti Usa-Russia deterioratisi dopo la crisi Ucraina e l’annessione non riconosciuta della Crimea.
“Anche Putin, essendo un politico con molta esperienza, non ha mai avuto molte aspettative. Da quello che intendo dalle mie osservazioni personali e discussioni con lui, ha sempre saputo che non sarebbe stato facile” tornare a rapporti più distesi con gli Usa, ha proseguito Kostin, “penso che sia molto triste questo non solo per le sanzioni… Parlo da essere umano con dei figli, sono più preoccupato della sicurezza e della stabilità. Con due grandi nazioni con un enorme potenziale nucleare… stiamo entrando ora nell’area di ulteriore corsa alle armi e non si sta comunicando sui più grossi problemi internazionali. Ciò e molto pericoloso.
Ma la “colpa” non è da imputare alla Russia, secondo Kostin, ma “all’elite americana”; quella che starebbe mettendo i bastoni tra le ruote al presidente Trump. Per il banchiere la questione di possibili influenze russe nella campagna elettorale del magnate è “un nonsenso assoluto”, così come il la possibilità che fondi siano giunti ad uso di Trump da parte della banca da lui guidata.