Si è concluso ieri l’incontro torinese del Gruppo Bilderberg: il discusso meeting annuale che vede riuniti a porte chiuse alcuni fra i più influenti uomini della politica, dell’economia e della cultura internazionali. Fra i temi toccati in quest’edizione non sono mancati il “Populismo in Europa”, “La sfida della disuguaglianza”, “Il futuro del lavoro”. Come sempre, i contenuti espressi in questo congresso restano riservati. Gli italiani presenti alle discussioni di quest’anno sono stati: gli economisti Alberto Alesina e Mariana Mazzucato; i giornalisti Lucio Caracciolo e Lilli Gruber, il presidente di Fca John Elkann, il ceo di Vodafone Vittorio Colao, il dg di Bankitalia Salvatore Rossi, e la direttrice del Laboratorio di Biologia di cellule staminali dell’Università di Milano, Elena Cattaneo.
Sulla natura di questo incontro si è espresso il direttore generale dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, Daniele Scalea, in un intervento su Sputnik Italia:
“Il Bilderberg rappresenta un perfetto esempio di quella élite transnazionale e cosmopolita che ha dettato per anni l’agenda ai media e alla politica; perciò alcuni complottisti ne hanno esagerato il ruolo dipingendolo come un vero e proprio governo mondiale”. Per entrare all’interno del Gruppo “Bisogna far parte dell’establishment, essere un membro dell’élite economica o di quella politica o di quella culturale. Non fa poi difetto essere in linea con la posizione espressa da questo establishment, che è di sostegno a oltranza al globalismo, ossia ad una sempre più fitta trama che colleghi e leghi il mondo sotto un unico sistema economico, un unico sistema ideologico e un unico sistema di amministrazione e controllo”, ha sostenuto Scalea.
Secondo Scalea l’importanza decisionale del Bilderberg, inteso come incontro di un ipotetico governo ombra, sarebbe stata esagerata. Questo nonostante l’assoluta influenza delle persone che vi prendono parte e il fatto che in esso si delineino i profili di un certo establishment:
“Innanzi tutto va chiarita una cosa: il Bilderberg non è un “governo ombra” mondiale, non è una conferenza annuale in cui viene deciso dove andrà il mondo nei dodici mesi successivi”, ha dichiarato Scale, “è un congresso, come se ne tengono molti, la cui particolarità è di riunire persone molto altolocate in un clima di rigida riservatezza. Ciò favorirà il confronto, la socializzazione ecc., ma sarebbe ingenuo pensare che queste stesse persone, e molte altre potenti quanto o più di loro, non si vedano e sentano con frequenza nel resto dell’anno, fuori dalla cornice fornita dal Bilderberg ma nell’ambito delle loro normali interazioni di lavoro, d’affari, d’amicizia o parentela. La potenza dell’establishment è grande, ma il Bilderberg è solo una piccola manifestazione della sua esistenza”.