Si riaffaccia lo spettro dell’impeachment per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Dopo mesi di resistenze, Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera, ha rotto gli indugi e ieri ha annunciato l’avvio di una inchiesta formale di impeachment per l’inquilino della Casa Bianca.
Una bomba che arriva durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del novembre 2020 ed i cui esiti restano altamente incerti. Pelosi, terza carica dello stato, ha preso la decisione, legando la richiesta al caso Ucraina e all’ammissione del tycoon di aver fatto pressioni su Kiev per indagare il figlio di Joe Biden.
Trump viene così accusato di aver “arruolato” un governo straniero al fine di ricevere un aiuto politico utile alla sua rielezione, colpendo il suo più probabile avversario alle urne, l’ex vicepresidente Biden appunto.
“Il presidente deve essere ritenuto responsabile” per il “suo tradimento alla sicurezza nazionale e all’integrità delle nostre elezioni”, ha detto Pelosi in una breve dichiarazione rilasciata davanti alle telecamere di Capitol Hill, la sede del Congresso, dopo aver annunciato la decisione ai vertici dei dem.
La risposta di Trump è stata affidata ad un tweet. Trump parla di “molestie ai danni del presidente”, di “caccia alle streghe quando non hanno neanche visto la trascrizione” della telefonata con il leader dell’Ucraina. Poi nomina uno a uno quelli che ritiene i responsabili fra le fila dei democratici: “Pelosi, Nadler, Schiff e ovviamente Maxine Watres. Potete crederci?”.
Ora però si apre una partita difficile, i cui esiti sono quanto mai incerti. Per alcuni osservatori politici l’inchiesta sull’impeachment potrebbe addirittura avvantaggiare l’inquilino della Casa Bianca, portando la campagna elettorale su di un terreno a lui più congeniale. Oggi intanto la prima carta che giocherà Trump sarà quindi quella di rendere pubblica la trascrizione del colloquio con Zelenski, per dimostrare che tra le mura dello Studio Ovale non si è consumato alcun tradimento.
La notizia dell’impeachment ha intanto alimentato un’ondata di vendite a Wall Street, che ha tuttavia recuperato le perdite nel finale. Alla chiusura dei mercati il DJIA ha perso lo 0,46% a quota 26.827,01. L’S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,58% a quota 2.974,56. Il Nasdaq Composite ha registrato una flessione dell’1,07% a 8.025,33.