I risparmiatori italiani stanno assistendo a un film già visto nel 2011, quello relativo all’impennata dello spread e le relative conseguenze negative sui conti pubblici e i bilanci delle banche.
L’incapacità di far nascere un governo in tempi brevi è stata accompagnata da un forte balzo del differenziale Btp/Bund sopra quota 300 punti e da una raffica di vendite sul listino di Piazza Affari.
Gli investitori hanno bocciato i tentativi di dare vita a un esecutivo che mostrava una forte diffidenza verso le istituzioni internazionali, e in particolare quelle dell’Unione europea, ritenute colpevoli di avere aggravato le difficoltà della nostra economia con le misure di austerity.
Certo è che l’esperienza greca dev’essere ben scolpita nella mente di chi intende avviare un negoziato a muso duro con le istituzioni dell’Eurozona. Senza poi dimenticare che in un mondo nel quale le criptovalute sono sempre più diffuse è fuori luogo pensare di tornare alla lira.
Ma tutto questo come si traduce per i nostri investimenti a Piazza Affari? Ricette magiche non ce ne sono. Prima di tutto invitiamo alla prudenza. Per questo motivo abbiamo sentito gli uffici studi delle principali sim, che hanno stilato una rosa di titoli sui quali investire nei prossimi mesi, supportati anche dai consigli degli analisti tecnici. Un attento stock picking in questi casi può fare la differenza. Per coloro che invece preferiscono diversificare il proprio portafoglio con prodotti del risparmio gestito una soluzione è rappresentata dai piani di accumulo.
In questo frangente anche il mondo della consulenza finanziaria è attraversato da una certa apprensione, visto che è ancora alle prese con l’introduzione delle nuove direttive europee nel lavoro quotidiano che, tra le altre cose, vedrà decollare l’iscrizione dei consulenti fee only al nuovo Albo unico della consulenza dopo un decennio di attesa.
A tal proposito la due giorni dell’IT Forum di Rimini, in calendario il 14 e 15 giugno, sarà l’occasione per fare il punto della situazione sui numerosi dossier aperti prima della pausa estiva. Primo fra tutti quello della trasparenza sia per quanto riguarda il capitolo dei costi sia dei servizi e prodotti offerti alla clientela.
Un segnale di fiducia giunge dal favorevole andamento della congiuntura italiana, sostenuta dalla forte domanda interna, cresciuta nei primi tre mesi dell’1,4% in termini tendenziali.
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