Mentre il governo è alle prese con il condono fiscale da inserire nella prossima legge di bilancio, il calcolo su quanto lo Stato non incassa per colpa dell’evasione lo fa Unimpresa. Ebbene all’appello mancano ogni anno 97 miliardi di tasse e 11 miliardi di contributi previdenziale per un totale di 108 miliardi di euro.
La tassa più evasa dagli italiani? L’Irpef che crea un buco da 37,8 miliardi di euro, seguita dall’Iva con 35,7 miliardi, l’Irap con 8,1 miliardi e infine le tasse sulla casa. Imu e Tasi rispettivamente con 4 miliardi a testa. Anche il canone Rai che oggi è legato alla bolletta elettrica ha provocato in media nel periodo antecedente all’aggancio nella fornitura di casa, un ammanco pari a 916 milioni. Per quanto riguarda l’evasione contributiva, la fetta maggiore è quelle di competenza delle aziende e dei datori di lavoro: su una media per il periodo 2011-2015 di 10,8 miliardi, 2,5 miliardi sono riferibili ai lavoratori e 8,3 miliardi sono mancati versamenti dei datori di lavori. Secondo la ricerca, basata su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione fiscale in Italia si attesta a 107,9 miliardi. Il dato è il frutto della media relativa al 2011-2015, anni per i quali sono disponibili informazioni complete: 97,1 miliardi si riferiscono alle tasse non pagate regolarmente all’erario, altri 10,8 miliardi sono, invece, contributi previdenziali non versati.
Insomma un bel gruzzoletto che manca allo Stato e da qui il presidente dell’associazione Claudio Pucci lancia un appello:
“La pace fiscale annunciata dal governo di Giuseppe Conte va nella giusta direzione, ma va accompagnata da una riforma tributaria volta sia all’abbattimento del peso delle tasse sia a una radicale semplificazione normativa”.