NEW YORK (WSI) – Veloce, costosa e fuori controllo: si puo’ descrivere con questi tre aggettivi l’attivita’ di trading ad alta frequenza, che quotidianamente rischia di provocare una catastrofe sui mercati.
La notizia emersa la settimana scorsa, secondo cui Reuters concede ai suoi abbonati di avere accesso ai dati mensili sulla fiducia dei consumatori in anticipo sulla concorrenza, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme sui pericoli rappresentati da questa pratica.
Si tratta, infatti, di clienti che fanno grande uso delle statistiche per stabilire come effettuare le operazioni di trading ad alta frequenza.
Michael Gayed, chief investment strategist di Pension Partners, ha dichiarato in un’intervista a Newsmax TV che “per i gruppi che gestiscono le piattaforme di high-frequency trading i due secondi di vantaggio che Reuters concede ai clienti e’ una “cosa molto negativa”.
Perche’ costituisce una minaccia alla stabilita’ dei mercati. “La velocita’ – ha avvertito l’analista – puo’ essere molto piu’ pericolosa di quanto si possa pensare”.
Per averne una prova, basterebbe ritornare indietro con la memoria al 6 maggio del 2010, il giorno dell’infausto “Flash Crash”.
“Quello che successe allora e’ che tutti gli ordini di acquisto e vendita ad alta frequenza si respinsero a vicenda finendo per creare un vuoto di liquidita’“.
Il fatto che Reuters dia un vantaggio notevole ai suoi clienti abbonati non fa che rafforzare l’idea che il gioco sia sporco e che i mercati siano manipolati. Che Wall Street tenda a favorire i gruppi piu’ grandi, piu’ ricchi e piu’ influenti. E che il piccolo investitore e’ una vittima di grandi manovre gia’ prestabilite in partenza inserite nel contesto di un grande imbroglio globale.
“Non si ottiene nessun vantaggio se si tenta di investire o effettuare operazioni di trading da soli”. A questo punto viene naturale chiedersi se valga la pena partecipare a un gioco dove le regole e il risultato finale sono gia’ scritti in partenza.