ROMA (WSI) – La tragedia che ha scosso l’Australia e tutto il mondo si è conclusa con due morti, tra cui il sequestratore, che aveva preso in ostaggio 50 persone circa in un caffè di Sidney.
Era un 50enne di origini iraniane, Man Haron Monis, “già noto alle forze di sicurezza per aver scritto lettere minacciose alle famiglie dei soldati australiani uccisi” in Afghanistan. Si conta un altro morto. Quattro sarebbero i feriti, tre in condizioni critiche. (Lna)
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SIDNEY (WSI) – Cinque ostaggi sono riusciti a scappare da un bar del quartiere finanziario di Sidney, dove un uomo armato ha preso circa una trentina tra clienti e personale dello staff in ostaggio.
Il caffé Lindt è circondato dalle forze della polizia del New South Wales. Sembra che alcuni degli ostaggi siano stati costretti a mettersi in piedi davanti alle finestra sventolando una bandiera nera che ricorda il simbolo dello Stato Islamico.
L’uomo armato ha chiesto che gli venga consegnata una bandiera dell’Isis e di poter parlare con il premier Tony Abbott, affermando di aver piazzato quattro bombe.
Mentre la crisi degli ostaggi ha ormai superato la sua decima ora, la polizia sta operando seguendo il protocollo da seguire in situazioni di anti terrorismo.
Non ci sono segnali che stiano a indicare che qualcuno è rimasto ferito. Non è neanche chiaro quanti siano gli ostaggi effettivamente, per la verità. “Non arrivano a 30”, ha spiegato la numero due dell polizia locale Catherine Burn.
“La prima cosa da fare è essere certi che tutti stiano bene” ha detto ancora la funzionaria, aggiungendo che “lavoreremo” con le persone che sono riuscite a sfuggire per avere più informazioni. “Non abbiamo al momento notizie che suggeriscano che ci siano feriti”.
Burn ha inoltre precisato che i negoziatori della polizia “hanno avuto un contatto e continuano a essere in contatto” con la persona che ha preso gli ostaggi.
(DaC)