Economia

Tre motivi della “pausa estiva” nell’economia globale

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Sono tre i fattori che indicano che potremmo assistere a una “pausa estiva” dell’economia globale e li indica Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders.

Il primo riguarda la Cina in fase di rallentamento.

“Sebbene abbia registrato una crescita del Pil del 6,7% anno su anno nel secondo trimestre (solo un punto percentuale in meno rispetto al Q1), i dati con frequenza più elevata indicano un rallentamento più pronunciato, come dimostrato per esempio dalle letture mensili su vendite al dettaglio, investimenti ed esportazioni nel secondo trimestre”.

Il secondo fattore che indica un rallentamento dell’economia globale riguarda il calo dei prezzi delle commodity caduti.

“Dalla fine di giugno, le quotazioni del petrolio sono scese di circa 5 dollari al barile e i metalli industriali sono calati del 14% circa. Sebbene il petrolio meno caro possa aiutare ad alleviare le pressioni inflazionistiche, la caduta dei prezzi dei metalli indica una crescita più debole della produzione industriale. Visto il ruolo che ricoprono nella produzione, le oscillazioni nei prezzi dei metalli industriali sono riuscite molto spesso a riflettere le oscillazioni nell’attività. L’attuale livello dei prezzi indica che la produzione dei G7 rallenterà nei prossimi mesi.

Infine ultimo fattore riguarda il dollaro più forte che, dice l’analista di Schroders, avrà un impatto sul livello di attività.

“Da metà aprile il dollaro, ponderato per il livello degli scambi, è salito quasi del 7%, inasprendo le condizioni finanziarie globali e creando pressioni sulla crescita degli scambi commerciali (…) Tutti questi tre fattori sono interconnessi: la Cina è uno dei principali consumatori di commodity, che tendono a subire pressioni nei periodi di forza del dollaro. Il fattore comune tuttavia è l’effetto delle guerre commerciali. Ci sono evidenze che dimostrano che le società hanno aumentato gli ordini prima dell’aumento del 1° giugno dei dazi su acciaio e alluminio e prima dell’implementazione dei dazi tra Stati Uniti e Cina del 5 luglio”.

Secondo l’analista comunque il rallentamento a cui assisteremo è temporaneo.

“Riteniamo che sarà una sorta di correzione, una pausa estiva, piuttosto che una contrazione vera e propria. La crescita degli ordini nell’economia globale continua ad essere solida e più in generale i sondaggi indicano che non c’è al momento uno squilibrio tra il livello di inventario e quello degli ordini (…) il rallentamento sarà temporaneo, dato che la domanda sottostante resta stabile (…)  Il rischio in tali previsioni è rappresentato dalle tensioni commerciali, che fanno vacillare la fiducia delle aziende e portano le società a tagliare le spese in conto capitale. Quest’ultimo fattore ha svolto un ruolo importante nella fase di crescita economica, che potrebbe però svanire se le aziende si faranno spaventare dagli sviluppi politici. La notizia che gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno raggiunto un accordo (anche se solo a voce) è positiva, ma le tensioni con la Cina restano elevate”.