La fase di rialzo dei mercati è una delle più lunghe del dopoguerra e tutti si domandano quanto durerà ancora. Ecco cosa guardare per cercare di capirlo
Wall Street continua a segnare nuovi massimi e così fa il Dax mentre, per rimanere dentro i confini di casa Italia, il Ftse mib è il migliore indice tra i big europei del 2017. Ma quanto può durare ancora questa fase toro, una delle più lunghe del dopoguerra? Se lo sono chiesti gli analisti di Fidelity International che consigliano di monitorare, nel quarto trimestre, tre temi.
La crescita globale
Alcuni fattori trainanti del ciclo rialzista sono quasi al termine ma la storia indica che la situazione attuale potrebbe protrarsi ancora a lungo. La crescita globale è infatti solida ed è accompagnata da un incremento degli utili altrettanto favorevole. I dividend yield sull’S&P500 si attestano al di sopra dei rendimenti dei decennali Usa, quindi i titoli sono ancora sostenuti dalle valutazioni relative.
Le banche centrali
Il dilemma delle banche centrali, al momento, è distinguere tra fattori ciclici e fattori strutturali. Si chiedono, in buona sostanza, se quella a cui assistiamo sia una ripresa sostenibile oppure semplicemente una ripresa ciclica nel contesto di una stagnazione secolare. Secondo gli analisti di Fidelity International l’attuale ripresa è ciclica e quindi non sufficiente per giustificare un rialzo consistente dei tassi, poiché fattori strutturali, quali l’eccesso di indebitamento, l’invecchiamento della popolazione e la bassa produttività, danno agli investitori e alle banche centrali numerosi motivi per mantenere un atteggiamento prudente.
L’inflazione
Ultima ma non ultima, l’inflazione è il fattore chiave da monitorare. Considerando i bassi livelli di disoccupazione e l’aumento dei salari, secondo le stime si sarebbero dovute verificare alcune pressioni inflazionistiche. la situazione tuttavia è rimasta invariata. L’inflazione degli Usa è stata insolitamente debole per sei mesi consecutivi, ma secondo l’opinione di Janet Yellen si tratta di una situazione temporanea. Le previsioni della Banca centrale Usa continuano a indicare un aumento dei tassi a dicembre e tre aumenti legati all’andamento dei dati nel 2018. Un’ulteriore debolezza dell’inflazione desterebbe alcune perplessità riguardo alle vere condizioni dell’economia statunitense, pertanto risulta fondamentale monitorare questi dati.
Le prospettive per gli investimenti
A fronte del contesto delineato dai tre fattori indicati, per l’ultimo trimestre 2017 gli esperti di Fidelity International mettono in luce un contesto ancora relativamente favorevole negli Stati Uniti, dove l’attenzione per i titoli tecnologici potrebbe protrarsi mentre in Europa le imprese hanno registrato un’accelerazione di utili e valutazioni. Nel Vecchio continente la selezione rimarrà importante. Alcune opportunità ci sono anche in Cina, dove l’interesse degli investitori è tornato dopo l’annuncio dell’inclusione dei titoli negli indici Msci. Crescita solida anche per il Giappone dove le opportunità migliori sono nelle società a piccola e media capitalizzazione. Il traino dell’economia globale e il dollaro debole favoriscono, infine, i mercati emergenti i titoli del settore materie prime.
Prudenza sul fronte obbligazionario, in particolare su titoli investment grade e high yield, questi ultimi caratterizzati da uno spread limitato che difficilmente potrebbe contrarsi ancora. Opportunità si possono trovare nelle obbligazioni legate all’inflazione di Gran Bretagna ed Europa, nonché negli Stati Uniti dove lo scenario è fortemente positivo grazie all’aumento dell’inflazione dopo alcuni mesi di debolezza.