I lavoratori dipendenti sono abituati alla tredicesima. Questa particolare misura, però, nel nostro paese ha avuto una storia particolarmente travagliata. Venne introdotta nel 1937, attraverso l’articolo 13 del CCNL stipulato il 5 agosto di quell’anno dal governo Mussolini: all’inizio veniva erogata unicamente agli addetti del comparto industriale. Il Decreto n. 1070 del Presidente della Repubblica, nel 1960, estese la tredicesima a tutti i lavoratori.
La mensilità aggiuntiva da erogare ogni anno, rientra negli obblighi normativi che i datori di lavoro devono necessariamente assolvere. Cambiando punto di vista, è possibile affermare che la tredicesima costituisce un diritto dei lavoratori dipendenti: pubblici e privati.
Tredicesima: a chi spetta
La tredicesima, in estrema sintesi, è una mensilità aggiuntiva della retribuzione mensile. Viene pagata dai datori di lavoro ai propri dipendenti e dall’Inps ai pensionati. In un certo senso può essere considerata una retribuzione differita: viene accumulata mese per mese dal diretto interessato, che la riceve in un’unica soluzione. La tredicesima è un diritto anche dei lavoratori con un contratto a tempo determinato.
Qualsiasi lavoratore dipendente, che abbia sottoscritto un contratto di lavoro subordinato, ha diritto a ricevere la tredicesima. Lo stesso diritto spetta anche alle colf, alle badanti, ai pensionati, indipendentemente dall’ammontare dei cedolini mensili. Hanno diritto a ricevere questa mensilità aggiuntiva anche quanti percepiscono un assegno sociale o la pensione di invalidità.
In estrema sintesi, hanno diritto a ricevere la tredicesima:
- dipendenti privati;
- dipendenti pubblici;
- lavoratori con contratto a tempo indeterminato;
- lavoratori con contratto a tempo determinato;
- lavoratori con contratto part-time.
Al contrario, invece, non ne hanno diritto i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, quanti siano dotati di una partita Iva, gli stagisti, i lavoratori a progetto e i tirocinanti. Non deve essere confusa con la quattordicesima mensilità, che non è obbligatoria per legge, ed è prevista solo e soltanto da alcuni contratti collettivi di lavoro. Ma soprattutto viene calcolata in maniera diversa rispetto alla tredicesima.
Quando si prende e come si calcola
Generalmente la tredicesima viene erogata nel corso del mese di dicembre. In alcuni casi, se questo lo prevede il rispettivo CCNL, può essere pagata mensilmente a rate. Questa, in un certo senso, è una soluzione che favorisce le piccole imprese, che potrebbero trovarsi in difficoltà nell’erogare la tredicesima a tutti i dipendenti nel mese di dicembre.
Ma come funziona la tredicesima? Ogni mese il lavoratore dipendente accantona un dodicesimo della mensilità aggiuntiva. A voler essere sinceri, a livello normativo il calcolo è leggermente più complesso, perché il lavoratore matura questo diritto se, nel corso del mese, ha fornito la propria prestazione per almeno quindici giorni. I periodi di ferie non inficiano sulla maturazione della tredicesima. Il conteggio di quanto si ha diritto è molto semplice. È sufficiente moltiplicare lo stipendio lordo mensile per il numero dei mesi lavorati. La somma dovrà essere divisa per dodici. Nel calcolo della tredicesima, oltre allo stipendio lordo, devono essere aggiunte ulteriori variabili, come gli scatti di anzianità, le indennità di contingenza o il trattamento contrattuale di vacanza e altre quisquilie.
Attenzione a non fare confusione. Il governo guidato da Giorgia Meloni, nel corso delle ultime settimane, sta utilizzando il termine tredicesima detassata, riferendosi ai fringe benefit. Il Decreto Aiuti Quater prevede che le aziende possano erogare fino a 3.000 euro di benefit aziendali, senza che il dipendente ci paghi le tasse sopra. Ma questa non è la tredicesima.