PECHINO (WSI) – Brutte notizie per il dollaro e il suo status di valuta di riserva globale: nel mese di marzo verranno lanciati i contratti sul petrolio denominati in Yuan, i Petro-Yuan per le’sattezza.
Artefice di ciò la Cina che ha superato gli Stati Uniti d’America lo scorso anno diventando il più grande importatore di petrolio nel mondo, acquistando circa 8,43 milioni di barili al giorno per alimentare la domanda da parte del governo gestito e raffinerie indipendenti. La nazione ha anche accumulato milioni di barili per la sua Strategic Petroleum Reserve.
Così Pechino ha deciso di mettere in circolazione una serie di contratti petroliferi futures denominati in yuan, sancendo di fatto la nascita della prima, concreta alternativa all’egemonia del petro-dollaro. Il nuovo contratto partirà il 26 marzo prossimo a Shanghai, secondo quanto scrive l’agenzia Bloomberg, che cita la China Securities Regulatory Commission, la Consob cinese.
“Questo è un piccolo passo della Cina per diventare più attiva nel fissaggio del prezzo del petrolio ma per Shanghai, per diventare qualcosa di simile a un benchmark globale occorreranno anni”.
Così Michal Maidan, analista presso Energy Aspect. L’arrivo del petroyuan viene definito una storia enorme dal fondatore del fondo Graticule Asset Management Asia di Singapore, Adam Levinson, secondo cui i Petro-Yuan potrebbe avere l’effetto di un campanello d’allarme per gli investitori che non hanno prestato sufficiente attenzione agli sviluppi del mercato cinese.
In ogni caso il lancio dei futures sul petrolio in yuan, andando in competizione con i contratti denominati in dollari, il Brent e il WTI, sanciranno la fine del petro-dollaro almeno nel Medio Oriente.