“Il ministro Tremonti esercita un potere di veto sulle iniziative di tutti i ministri. Un blocco cieco, cupo, conservatore, indistinto”. Lo afferma il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta secondo cui finché c’era la crisi “il rigore conservatore” di Tremonti “ha funzionato” ma ora, sottolinea, “bisogna cambiare passo”. Intervistato dal Corriere della Sera, Brunetta spiega che tutti i ministri la pensano come lui.
“Tutti soffrono per il potere di veto di Tremonti”, afferma. “Il Tesoro – aggiunge – esercita un egemonismo leonino, opaco, autoreferenziale. Una iattura. E lo dico convinto di interpretare lo spirito dell’intero governo”. Secondo Brunetta, il titolare dell’Economia “non può sostituirsi al Consiglio e al premier Berlusconi: non è questo che vogliono gli italiani”. Il responsabile della Pubblica Amministrazione riconosce tuttavia a Tremonti “il merito di aver tenuto la barra” mentre, da parte sua, respinge l’ipotesi di voler prendere il suo posto. “Non ho ambizioni personali. Io sto bene qui – assicura – dove combatto una battaglia epocale per la modernizzazione dello stato”.
I NO DI TREMONTI RISCHIANO DI STRONCARE LA RIPRESA – Dopo 1 anno e mezzo di crisi, con i primi segnali positivi dall’economia “siamo in un altra fase: quella della ripresa, del rilancio. Bisogna guidare questa seconda fase. Da più parti nel Governo, a partire dal presidente del Consiglio, si è evidenziata questa esigenza di cominciare a fare respirare l’economia. Abbiamo però visto la continuità dei no e non può essere: si rischia di far morire sul nascere la ripresa”. Così – dai microfoni di Rtl – il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ritorna sui ‘no’ del titolare dell’Economia Giulio Tremonti, al centro della sua intervista al ‘Corriere della Sera’. “Il tema vero – ha spiegato Brunetta – è la fase 2. Abbiamo attraversato una tempesta, una burrasca, un anno e mezzo di crisi. La politica economica è stata portata avanti con serietà e determinazione” ed è stata “praticamente basata solo sui no”. “No – ha continuato – che volevano dire rigore, no perché non si poteva spendere, no per blindare la finanza pubblica. Lo abbiamo fatto tutti, consapevolmente. E il merito di tutto questo va al ministro Tremonti”. Ora però – ha concluso Brunetta – “il rigore deve essere declinato all’interno dello sviluppo economico: investimenti, riforme, modernizzazione del Paese. Se no il Paese va in declino, perché non riesce a cogliere il cambiamento”.
BONAIUTI: LINEA TREMONTI ISPIRATA DA BERLUSCONI – “La linea di politica economica fondata sul criterio della disciplina di bilancio e seguita dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti è ispirata dal presidente del Consiglio e condivisa dall’intero governo”. E’ quanto afferma il sottosegretario Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, dopo le critiche sollevate dal ministro Renato Brunetta in un’intervista.
SACCONI, GOVERNO E’ SOLIDISSIMO – “L’Esecutivo è solidissimo perché all’interno non ci sono politiche diverse e questo conta al di là dei rapporti personali”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a margine di un convegno sull’Enciclica ‘Caritas in veritate’ organizzato dal Forum delle associazione cattoliche del mondo del lavoro.
LA RUSSA, BASTA POLEMICHE CHE DANNEGGIANO COESIONE – “Non c’é spazio in questa fase, a mio avviso, per polemiche che danneggiano la coesione del governo”. Così Ignazio La Russa, al telefono con l’ANSA, commenta l’intervista del ministro Renato Brunetta contro il collega Giulio Tremonti. “Io – aggiunge il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl – credo che la politica del governo, pur nella normale dialettica, sia la politica decisa da tutti e dal presidente del Consiglio per primo. Non vorrei si sciupassero i grandi risultati che con questa coesione tutto il governo è riuscito a perseguire”. “Non c’é dubbio – conclude La Russa – che le speranze legittime di aiutare il rilancio dell’economia, comuni a tanti ministri, debbano fare i conti con il debito pubblico che in Italia è altissimo”. (ANSA)