Eurozona pagina 228
Quella che fino a questo momento è stato un recupero a due velocità, solida nei mercati emergenti e più debole in quelle avanzate, “sta diventando una ripresa a tre velocità, con i mercati emergenti ancora forti e una biforcazione tra Usa ed Eurozona”. Recessione prolungata in Italia: Pil -1,5% nel 2013, disoccupazione al 12,4% nel 2014.
Cipro dovrà vendere tre quarti delle sue riserve del metallo, per far fronte ai costi del suo salvataggio. L’Europa costringerà altri paesi a smobilizzare l’oro? Analisti: nel 2013 campane a morto per le commodities. JPM taglia stime Cina. Male Fiat (-4,2%), Telecom (-3,23%) e Rcs. Banche in ripresa con utili Citigroup. GUARDA VIDEO: l’indice che continuerà a salire.
Il numero uno sveste per un giorno i panni di Goldman Sachs: “é particolarmente sconcertante” che le pmi soffrano più delle grandi aziende, “dato che fanno i tre quarti dell’occupazione”. E’ grave.
In Italia la notizia non ha avuto risalto: l’approvazione di un pacchetto di regolamenti che prevede l’introduzione di nuove misure di controllo e di sorveglianza dei bilanci nazionali. Opinione di Paolo Cardenà
“Nei prossimi 10 anni confisca beni privati per finanziare i piani di salvataggio dei paesi piu’ indebitati”. E’ la ricetta dei saggi tedeschi. Ma cosi’ nessun money manager extra europeo mettera’ piu’ un soldo nelle casseforti delle banche dell’Unione Monetaria.
Le aziende citano leggi su occupazione, sicurezza e salute tra le aree dove vorrebbero riconquistare la sovranita’. Meno di un quarto del campione ritiene vantaggiosa un’integrazione ulteriore.
Il cancelliere tedesco più longevo del Dopoguerra ha ammesso che avrebbe perso con una maggioranza schiacciante ogni votazione popolare sull’euro. “Non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania”.
La revisione al rialzo e’ di oltre 6 punti rispetto a settembre. Pressione fiscale al 44,4%, gettito Imu a 23,8 miliardi. Il miglioramento dei mercati non si e’ tradotto in economia. Ue avverte: squilibri macroeconomici seri. Monti: “Risanamento completato”.
E’ l’unico paese in cui dal 1987 il settore pubblico e’ cresciuto piu’ in fretta del privato. Cio’ ha creato un ciclo economico vizioso, dove la contrazione dei profitti aziendali si e’ tradotta in meno investimenti, meno crescita e maggiore disoccupazione.
Per l’investitore, che in passato ha fatto miliardi speculando contro lira e sterlina, l’Eurozona starebbe meglio senza il suo motore economico. Da Francoforte appello anche agli elettori tedeschi: a settembre “votate per il cambiamento“.