Eurozona pagina 31
Scende nel primo trimestre del 2018, il rapporto deficit/Pil destagionalizzato che so è attestato a 0,1% nell’area euro, in calo rispetto allo 0,6% del quarto trimestre del 2017. Lo afferma Eurostat. Nell’Europa a 28, il rapporto è risultato pari allo 0,5%, in flessione rispetto allo 0,6% del trimestre precedente.
L’economia della seconda potenza dell’area euro è più robusta di quanto si temeva. Lo ha dichiarato il presidente della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, secondo cui l’outlook per il terzo trimestre è positivo.L’attività economica si è ripresa in giugno, secondo il membro del board della Bce, e il tempismo del primo rialzo dei
Il presidente del parlamento tedesco ed ex ministro delle Finanze Schaeuble ha chiesto alla Bce una serie di informazioni sull’esposizione delle banche italiane ai titoli di Stato.
Secondo Weidmann il governo dovrà intervenire con prontezza perché la Bce non avrà grande margine di manovra, dal momento ci vorrà del tempo per normalizzare politiche monetarie.
Secondo l’Ecofin il nostro paese rischia una deviazione significativa dal percorso.
Come era lecito attendersi la Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Ue, ha tagliato le stime sulla crescita economica dell’area euro. Nel 2018 ora le previsioni sono per un’espansione del PIL del 2,1% e non più del 2,3%. L’anno successivo la stima è per una variazione positiva del 2%. L’inflazione in Eurozona è vista all’1,7% quest’anno (da
“Il ministro dell’economia Tria ha assicurato che preparerà un bilancio 2019 con la volontà di rispettare le regole e confermare l’impegno nella zona euro“.È quanto ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, secondo cui nei confronti dell’Italia la Commissione, “ha applicato le regole in modo intelligente e serio, ci sarà una valutazione (delle politiche di bilancio del governo
Vice premier e ministro del lavoro corregge il tiro delle dichiarazione pronunciate dal responsabile degli Affari Europei sulla possibile “Italexit”: VIDEO
Il ministro delle Politiche comunitarie ha spiegato perché è meglio essere preparati all’improbabile: l’uscita dall’Euro, anche se non la vogliamo.
Gestione dei rischi di mercato va ripensata radicalmente: politiche monetarie e di bilancio non avranno la flessibilità che avevano in passato per stabilizzare una fase di frenata.