Eurozona pagina 33
L’economista Thorsten Polleit ha trattato le problematiche poste da Deutsche Bank da una prospettiva della cosiddetta scuola austriaca
E’ una delle priorità definite nel bilaterale Macron- Merkel in vista del Consiglio d’Europa di fine giugno. L’Esm visto come un futuro fondo monetario europeo.
Secondo l’istituto parigino tra i rischi che incombono sulla crescita della zona euro vi è l’ascesa di partiti populisti in alcuni Paesi.
L’Italia, uno dei paesi più vulnerabili per via del suo debito enorme e delle incertezze politiche, ha probabilmente messo in imbarazzo Mario Draghi durante la riunione del board della Bce e lo ha fatto quando ha preso la parola davanti ai giornalisti durante la consueta conferenza stampa.A chi gli chiedeva della minaccia dei partiti populisti
La fuga di capitali dall’azionario è dovuta a tensioni politiche italiane e guerra commerciale lanciata da Trump all’area. Inizio della fine del QE non aiuta.
Le banche centrali dei paesi dell’area euro devono alla Bundesbank mille miliardi. In maggio passività Target 2 dell’Italia sono aumentate di 40 miliardi.
Ritmo di crescita stabile in vista l’area Ocse, che riunisce i 35 Paesi industrializzati. E’ quanto anticipa il superindice della zona che mira a prevedere i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend dei prossimi 6-9 mesi.Per gli Usa continua a delinearsi un ritmo di crescita stabile e questa è anche la prospettiva per il Giappone, mentre
Il ministro per gli Affari europei: “euro indispensabile per mercato unico, ma va perfezionato”. E sulla Bce: “deve avere statuto della Fed”
Segnali positivi arrivano dal mercato del lavoro nel Vecchio Continente. Secondo i dati comunicati oggi da Eurostat, il numero degli occupati nella zona euro e nella Ue nel primo trimestre dell’anno è aumentato dello 0,4% rispetto al quarto trimestre dell’anno scorso quando era aumentato dello 0,3% e dello 0,2% rispettivamente. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’incremento
Battuta d’arresto nel mese di aprile per produzione industriale della zona euro, calata dello 0,9% mensile. Segno meno anche se meno marcato per l’intera Ue, in cui si registra una flessione dello 0,8%.Lo rileva Eurostat, specificando che a marzo il dato era aumentato dello 0,6% e dello 0,5% rispettivamente. Rispetto a un anno prima, la produzone è