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Facebook prova a darsi una “ripulita” dopo lo scandalo associato a Cambridge Analytica, la società di dati che ha presumibilmente abusato delle informazioni di oltre 50 milioni di utenti del gruppo di Menlo Park senza il loro consenso.In questa direzione, ieri il social network ha comunicato che taglierà i ponti con broker di dati che aiutano
Le aziende hanno sempre più bisogno di informazioni per favorire il proprio business. Ma allo stesso tempo devono proteggersi dalle interferenze dei competitor. Ne parliamo con Marianna Vintiadis, managing director di KrollDott.sa Vintiadis, in quali ambiti dell’attività di una azienda si collocano i vostri servizi? “Per le aziende svolgiamo principalmente due tipi di attività. La
Le modifiche includono un nuovo menu “Scorciatoie sulla privacy” e una funzione “Accedi alle informazioni” per poter eliminare post e “Mi piace”.
Titolo allo sbando: dall’inizio dello scandalo sull’uso dei dati personali, il social network ha perso in Borsa oltre 80 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Mark Zuckerberg non comparirà dinanzi al tribunale per lo scandalo dei dati di Cambridge Analytica ma lo farà qualche altro dirigente.
Il caso Facebook sui presunti abusi sui dati dei suoi utenti commessi da Cambridge Analytica finisce per coinvolgere anche anche Google e Twitter.Per la prima volta una commissione congressuale americana ha chiesto di testimoniare non solo al Ceo del social network, ma anche a quelli del motore di ricerca controllato da Alphabet e dal sito di microblogging.La commissione
I portentosi rialzi della Borsa Usa non riguardano invece Facebook, protagonista in negativo a Wall Street. I titoli hanno fatto un nuovo tonfo dopo che la Federal Trade Commission ha confermato l’apertura di un’indagine sul colosso dei social media. Il titolo della società di Mark Zuckerberg è arrivato a un certo punto a perdere anche più
Da anni la società raccoglie dati su SMS e telefonate. Nel frattempo arriva una multa anche dalla Corea del Sud
Per fare salto di qualità, le aziende devono obbligatoriamente interrogarsi sul loro “Sense of purpose”, banalmente che cosa ci stanno a fare al mondo.
Un fascicolo per il momento senza indagati o ipotesi di reato in relazione al possibile coinvolgimento di utenti italiani Facebook nel “Datagate”