Moody's pagina 26
Sarebbe stata la volontà del capo esecutivo di Santander, Emilio Botin: impose l’assenza di una due diligence. Moody’s valuta un downgrade del rating Baa1 assegnato ai covered bond della banca.
Il Dipartimento di Giustizia Usa e le procure statali hanno rinviato a giudizio l’agenzia per l’attivita’ tenuta durante gli anni precedenti la crisi finanziaria. Non intervenne per pressioni interne?
Possibile apertura fascicolo per insider trading e aggiotaggio da parte della Procura di Siena, causa “infondatezza notizie”. Sempre più sotto i riflettori Mario Draghi, numero uno della Bce, che guidò la Banca d’Italia tra il 2005 e il 2011. Intanto la Fondazione pronta a ridurre fino a zero i fondi per il 2013. Spunta un verbale interno segreto che svela l'”Enigma” delle operazioni opache.
ExxonMobil torna a essere la società che vale di più al mondo, dopo il crollo di Apple. La casa dell’iPhone ha perso $250 miliardi di capitalizzazione in 5 mesi (-40%). S&P500 supera quota 1500, record da dicembre 2007. Euro si avvicina a $1,35. Ft: “Twitter vale $9 miliardi”.
Cio’ significa che ai contribuenti europei, gia’ tartassati dalle misure di rigore, sara’ richiesto un nuovo sforzo economico. Allarme sul valutario: yen in caduta libera, dopo i dati sull’inflazione in Giappone.
Ma non è passata la misura più drastica sperata: quella di proibire alle “tre sorelle” di emettere valutazioni sui debiti sovrani dei paesi sottoposti ai programmi del Fondo salva-Stati. Domanda: quando arriverà un’agenzia tutta europea?
Niente piano di salvataggio. Al momento i rendimenti a 5 anni scambiano al 3,52%. Apice crisi mercati alle spalle. Restano i gravi problemi dell’economia reale. Spread Italia-Germania in prossimità dei 260.
Sul rapporto euro/dollaro ci troviamo di fronte alla possibilità di sfruttare la media oraria a 21 periodi ed i punti statici precedenti passanti per 1.3090 per impostare nuove vendite…
L’agenzia di rating afferma che l’accordo ha ridotto il rischio di recessione negli Stati Uniti, ma da qui a cambiare le prospettive ce ne passa. Idem Moody’s.
“Né democratici né repubblicani riconoscono che il mantenimento di uno stato sociale giusto e necessario nella nostra epoca di globalizzazione comporta maggiori tasse per la classe media e per i ricchi”. E arriva la minaccia di Moody’s, più o meno velata.