Nuove polemiche tra Roma e Parigi. Questa volta al centro del dibattito c’è la Tav e i suoi costi troppo alti. Vediamo cosa succede.
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TAV
La TAV è una questione che, da anni, è al centro del dibattito politico e sociale fra chi è favorevole alla costruzione della ferrovia ad alta velocità Torino – Lione e chi no, i, cosiddetti, No-TAV.
Progetto e polemiche
Per la precisione, TAV indica, in realtà, una delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato, è un acronimo che sta per Treno Alta Velocità SpA, è controllata al 100% da Rete Ferroviaria Italiana ed è stata fondata per la pianificazione, progettazione e realizzazione di linee ferroviarie ad alta velocità-alta capacità (AV-AC).
Nella realtà il dibattito politico non è sulla TAV in quanto società, ma su uno dei progetti che detta società deve realizzare: la Nuova Linea Torino-Lione (NLTL), progetto osteggiato, in particolar modo, dagli abitanti della Val di Susa e zone limitrofe perché, sostengono, sia inutile e dannosa, con costi/benefici esigui rispetto l’impatto ambientale cui le valli saranno soggette. Per i No-TAV altro non è una ripetizione, a maggiore velocità di percorrenza, della storica linea che da anni collega le due città.
Il progetto prevede la realizzazione di una linea ferroviaria internazionale lunga 235 km per il trasporto di merci e passeggeri da Torino, in Italia, e Lione, in Francia, per l’appunto.
L’accordo fra il Governo italiano e quello francese del 2001, poi rivisto nel 2012, ha individuato tre sezioni per la realizzazione dell’opera:
- Una tratta internazionale con costi rimborsati dall’Unione Europea, che prevede la realizzazione di una nuova galleria di base a doppia canna lunga 57 km che sarà realizzata e gestita da TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin), società controllata al 50% ciascuno dalla Francia e dalle Ferrovie dello Stato Italiano;
- Due tratte nazionali, per un totale di 175km circa, con spese a carico dei singoli Stati, estese da un lato fino a Torino e dall’altra fino a Lione, da realizzare e gestire da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e SNCF (Société Nationale des Chemins de fer Français).
Stato dell’arte: la situazione
L’alternarsi dei governi in Italia non è servito a stemperare le polemiche, tanto che i lavori sono indietro, soprattutto sul versante italiano a cause dei blocchi da parte delle istituzioni e delle azioni di sabotaggio dei No-Tav. La situazione di stallo non piace alla UE che ha minacciato di chiedere indietro quanto già stanziato e di bloccare gli altri finanziamenti previsti.
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