Unione Europea pagina 269
Una regione che rischia, tra l’altro, anche il default, viste le condizioni disastrate in cui versano i suoi conti. 140 indagati, professionisti compiacenti e altri scandali tipici della politica italiana.
Siamo in piena campagna elettorale. E si vede. Il premier uscente lancia il rush finale: sarebbe stato lui con i suoi interventi a cacciare la Troika Ue/Bce/Fmi installata a Roma a dettare la politica economica. “Grazie a maturitĂ italiani, scommessa rischiosa riuscita”.
Il 49% è favore di un referendum immediatamente, mentre un 33% ritiene che dovrebbe tenersi nell’arco dei prossimi anni. Il 18% appena crede che non ci sia bisogno di recarsi alle urne.
Si terrĂ entro il 2017. Allarme laburisti: “il suo discorso produrrĂ incertezza e frenerĂ gli investimenti esteri”. Il premier: “non sono un isolazionista ma voglio un’Unione europea migliore”. E ancora: “senza riforma rischiamo di lasciare”.
Dove andrĂ l’azionariato nel 2013? Cosa ci aspetta sul fronte della politica monetaria? Quali sono le materie prime destinate a correre di piĂą nei prossimi mesi? Ne parla in una lunga intervista uno dei gestori piĂą accreditati in Europa.
Nel celebre libro “1984”, il mondo era formato da tre blocchi: Estasia, Eurasia e Oceania. Se uscirĂ dall’Unione, “l’Inghilterra potrebbe in seguito formare una sorta di Oceania orwelliana, creando un blocco tutto a sĂ©. Opinione di Giuseppe Cirillo.
Aumenta lo scollamento tra performance mercati e fondamentali dell’economia. Il rapporto dell’Ilo. I mercati salgono, ma si sa che alla fine chi guadagna sono loro, i grandi speculatori, le banche. I cittadini diventano sempre piĂą poveri. Redditi indietro di 27 anni in Italia.
La tenuta di 1.3300 dimostra come siano piĂą forti i supporti statici rispetto a quelli dinamici. Il rapporto con il dollaro si riporta all’interno di un canale ascendente. Occhio a supporti e target di altri rapporti cambio. (Grafico eur/sud)
Il numero uno del gruppo Fiat dĂ lezioni di mercato e punta il dito contro gli altri produttori, accusandoli in definitiva di non chiudere gli impianti. Usa termini da brivido, parlando di uragano per il settore. E parla del dilemma del prigioniero.
Sara’ ufficializzato il passaggio di consegne all’olandese Jeroen Dijsselbloem, illustre sconosciuto a Bruxelles, ministro delle Finanze e leader dei labouristi. Ha un profilo che piace alla Germania.