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Finalmente cade la prima testa di questa super-casta, il vertice dell’Associazione Bancaria Italiana. Ma ci vorrebbe più galera per tutti: i banchieri colpevoli paghino personalmente, per gli assurdi salvataggi di banche colabrodo gestite in modo mafioso. Sei anni da presidente, dopo 5 alla Fondazione Mps, in tutto 11 anni in cui l’istituto senese è salito alle vette del sistema del credito per poi precipitare colpito dalla crisi, dalla scandalosa acquisizione di Antonveneta, dal buco derivati, arrivando infine sull’orlo della nazionalizzazione.
Storia di un esperimento hi-tech fallimentare. Gli ultimi superstiti abbandonano la produzione. WSI chiede ai lettori: cos’è che non vi ha convinti?
Malgrado i favori della Bce quest’anno utili netti solo “debolmente positivi” e negli anni successivi “ripresa anemica” dei flussi reddituali. Return on Equity dell’attività bancaria su livelli di poco superiori al 2%. I costi vanno ridotti. “Spread verso 200 punti base”.
Un balzo annuo +16,6%. In flessione i prestiti bancari alle famiglie e alle società. Lo sanno bene gli italiani per cui riuscire ad avere un finanziamento è diventato un’impresa titanica.
L’Associazione bancaria italiana auspica il rinvio delle norme che prevedono maggiori requisiti patrimoniali. Afferma che la proposta è per aiutare le famiglie. Ma sorgono forti dubbi, viste le condizioni degli istituti italiani, MPS in primis.