Banche pagina 555
Nelle sale operative si parla di acquisti cinque volte sopra la norma sui titoli della parte breve della curva. Voci di operazioni speculative “ad alta frequenza” al ribasso sul due e tre anni.
Nonostante i rendimenti allettanti, investitori e gestori stranieri snobbano i Btp. Secondo Barclays solo l’Eurotower e le banche di casa li stanno acquistando. E la situazione non durerà in eterno.
Via Nazionale garantirebbe 100 miliardi di bond agganciati al metallo giallo. Ma sarebbe l’ultima carta della disperazione pre-default. L’Italia è il terzo paese al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti e Germania) con 2.452 tonnellate di gold nei forzieri di Banca d’Italia. Negli ultimi anni si sono rivalutate di +163%.
“Ci vogliono crescita, minore spesa pubblica corrente compensata da sgravi fiscali e spese per investimento dello stato”. “Se non si riescono a fare queste operazioni si rischia di finire come la Grecia che è costretta a stringere tutto ed è impossibilitata a fare politiche di sviluppo, è così che si va verso il disastro”.
Conseguenza diretta del downgrade sul debito sovrano del nostro paese. Colpite Mediobanca, Bnl, Findomestic e Intesa SanPaolo, insieme alle controllate Banca IMI e BIIS, oltre alla Cassa di Risparmio di Bologna. Appello del presidente Abi.
I rubinetti del credito si chiudono sempre di piĂą verso tutta l’Europa, ma gli istituti del nostro paese sono tra i piĂą temuti. La situazione descritta da un banchiere francese: “prima riuscivamo a ricevere finanziamenti anche a nove mesi. Ora invece otteniamo prestiti a un mese, se non a una settimana”.
Colpite Unicredit, Intesa SanPaolo, Monte Paschi, Banco Popolare, e altre. L’istituto tedesco scrive che la decisione “riflette i timori circa il livello del debito sovrano in Italia e le prospettive di una riduzione del reddito derivante da rendimenti e commissioni per le possibili tensioni sul mercato creditizio”.
Cronaca di un sell off che era stato giĂ annunciato l’anno scorso. Ma ora un grafico pubblicato dal Financial Times e visibile all’interno dell’articolo mette in luce un’altra dura veritĂ da digerire: quella secondo cui l’attacco all’Italia vive un momento di pausa, e che oltre agli hedge funds, si aggiungeranno altri venditori netti.
L’attenzione dei mercati e’ tutta sull’esposizione di paesi e banche al debito sovrano. Ma nessuno che parli dell’esposizione al debito commerciale e delle piccole imprese. Una bomba da migliaia di miliardi di dollari. Cosi’ aumentano le possibilita’ di default. In Italia la cifra raggiunge i 1.272 miliardi.
L’incremento dei costi di finanziamento potrebbe avere forti ripercussioni sulle banche, rendendo più difficile invertire il calo dei profitti. Unica soluzione, deleveraging, ovvero riduzione di bond e prestiti in generale?