Banche pagina 557
“Ci vogliono crescita, minore spesa pubblica corrente compensata da sgravi fiscali e spese per investimento dello stato”. “Se non si riescono a fare queste operazioni si rischia di finire come la Grecia che è costretta a stringere tutto ed è impossibilitata a fare politiche di sviluppo, è così che si va verso il disastro”.
Conseguenza diretta del downgrade sul debito sovrano del nostro paese. Colpite Mediobanca, Bnl, Findomestic e Intesa SanPaolo, insieme alle controllate Banca IMI e BIIS, oltre alla Cassa di Risparmio di Bologna. Appello del presidente Abi.
I rubinetti del credito si chiudono sempre di piĂą verso tutta l’Europa, ma gli istituti del nostro paese sono tra i piĂą temuti. La situazione descritta da un banchiere francese: “prima riuscivamo a ricevere finanziamenti anche a nove mesi. Ora invece otteniamo prestiti a un mese, se non a una settimana”.
Colpite Unicredit, Intesa SanPaolo, Monte Paschi, Banco Popolare, e altre. L’istituto tedesco scrive che la decisione “riflette i timori circa il livello del debito sovrano in Italia e le prospettive di una riduzione del reddito derivante da rendimenti e commissioni per le possibili tensioni sul mercato creditizio”.
Cronaca di un sell off che era stato giĂ annunciato l’anno scorso. Ma ora un grafico pubblicato dal Financial Times e visibile all’interno dell’articolo mette in luce un’altra dura veritĂ da digerire: quella secondo cui l’attacco all’Italia vive un momento di pausa, e che oltre agli hedge funds, si aggiungeranno altri venditori netti.
L’attenzione dei mercati e’ tutta sull’esposizione di paesi e banche al debito sovrano. Ma nessuno che parli dell’esposizione al debito commerciale e delle piccole imprese. Una bomba da migliaia di miliardi di dollari. Cosi’ aumentano le possibilita’ di default. In Italia la cifra raggiunge i 1.272 miliardi.
L’incremento dei costi di finanziamento potrebbe avere forti ripercussioni sulle banche, rendendo più difficile invertire il calo dei profitti. Unica soluzione, deleveraging, ovvero riduzione di bond e prestiti in generale?
I numeri del debito, come è suddiviso, le scadenze e la partecipazione degli istituti di credito. Banche italiane: detengono una grossa fetta dei titoli emessi dal Tesoro. Alert: gli analisti di JP Morgan prevedono che avranno bisogno di €53 miliardi per rifinanziare obbligazioni in maturazione il prossimo anno.
Si torna ai livelli di due anni fa. Unicredit ha perso il 20% la settimana scorsa. Solo venerdi’ -8%. Il settore e’ vicino ai minimi di dicembre. Pesa l’esposizione verso il debito sovrano italiano, seconda solo alla Grecia.
La quarta maggiore forza Ue ha un buco di 1.905 miliardi, il 120% del Pil. Che sara’ sempre piu’ difficile finanziare, visto l’aumento progressivo record dei tassi di interesse. Oltre il 5,5%-5,7% Roma fara’ fatica a rifinanziarsi. Uno scenario che comincia a ricordare i primi sintomi della Grecia. Peggio: la Bce anziche’ abbassare i tassi li ha alzati e li alzera’ ancora. Una mazzata per i creditori e un circolo vizioso da cui non sembra esserci via d’uscita (GUARDA LA COMPOSIZIONE DEL DEBITO).