Bankitalia pagina 35
Dietro la mozione contro il governatore Visco vi è una mossa squisitamente politica di Renzi: rimpallare le responsabilità per il crac Etruria e ripulirsi l’immagine in vista delle elezioni.
Una discussione su Whatsapp resa nota da la Repubblica evidenzia i conflitti dietro la mozione del Pd per evitare rinnovo carica Ignazio Visco.
<<Da sempre la Banca d’Italia è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l’intero Paese. Per questo mi appare incomprensibile e ingiustificabile la mozione parlamentare del PD>>. Queste sono le parole utilizzate dal politico che dice bianco “ma anche nero”, il politico che riesce a dire cose di destra, di centro e di sinistra.Walter
Monta la polemica dopo la mozione del PD, che si oppone al rinnovo della carica del governatore di Bankitalia, in scadenza il prossimo 31 ottobre.
Tensione dopo la presentazione alla Camera della mozione per evitare rinnovo carica del governatore di Bankitalia. Interviene il Quirinale.
Mozione PD: “Negli ultimi anni l’efficacia dell’azione di vigilanza di Ignazio Visco è stata messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi”.
Il mandato di Ignazio Visco ha una durata di sei anni, rinnovabile una sola volta, dopo la riforma della fine del 2005 e ora potrebbe non essere rinnovato.
La denuncia di una piccola impresa sarda a gestione familiare: prova a resistere a globalizzazione e concorrenza multinazionali dell’auto ma viene snobbata dalle autorità di vigilanza. Decine di posti di lavoro a rischio.
“Alcuni passaggi devono essere ancora completati, ma per Ignazio Visco si prospetta una riconferma al vertice di Via Nazionale. Esiste quindi un’intesa di massima perché rimanga al suo posto per altri sei anni”. Così si legge in un articolo pubblicato oggi su Repubblica, in cui si ricorda che l’attuale mandato del Governatore di Bankitalia scade
Bankitalia più ottimista sul Pil. “Le proiezioni che abbiamo pubblicato nel Bollettino economico in luglio – ha rilevato il vice dg della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso dell’audizione in Senato sulla Nota di aggiornamento al Def – prefigurano una crescita del Pil dell’1,4 per cento nel 2017 e di poco meno nei due anni