Crisi Euro pagina 6
Dopo Grecia e Italia, un altro paese dei PIIGS che in caso di crisi del debito rischierebbe grosso è il Portogallo, il cui rapporto con il Pil è molto elevato (al 122,5%). Del Portogallo si parla un gran bene per via della ripresa economica avviata con il nuovo corso politico del governo di centro sinistra.
Secondo il dirigente Consob e docente alla Bocconi, la Germania lo sta già facendo (studiare una scappatoia) e come tale danneggia l’Italia.
Paolo Savona ha ricoperto ruoli presso la Banca d’Italia ed è stato ministro del governo Ciampi, è critico nei confronti dell’euro dai tempi di Maastricht.
L’Italexit, il referendum sull’euro dice Bagnai della Lega non è più una priorità per il partito.
Il presidente della Bundesbank, considerato tra i candidati in pole position per prendere il posto di Draghi alla Bce, si è detto contrario a riforme come il Fondo monetario europeo, che deresponsabilizzano i governi.
Così dalle pagine de La Stampa, Marcello Minenna, economista, ex assessore al bilancio della giunta Raggi, viene da molti indicato come il ministro dell’Economia in un governo Di Maio.
È la proposta di Nino Galloni, economista, ex direttore generale al ministero del Bilancio, secondo cui in assenza di una scelta del genere: ” il grande capitale straniero – francese, in primis – ci sbranerà”
L’Italia è il quarto Paese Ue per numero d’abitanti, ma è il primo per numero persone in stato di indigenza. Sono ben 10,5 milioni i poveri che in Italia non possono permettersi un pasto proteico ogni due giorni, sostenere spese impreviste, riscaldare a sufficienza la casa, pagare in tempo l’affitto e comprarsi un paio di scarpe per stagione e abiti decorosi.
Ne è convinto Takeshi Fujimaki, ex banchiere attualmente politico giapponese, secondo cui il prossimo presidente della Boj dovrà affrontare un “lavoro infernale”
“Il Bitcoin probabilmente crollerà. Ma lo stesso, a suo tempo, farà l’euro, e quando ciò accadrà le conseguenze saranno molto più gravi”: è questa l’opinione espressa sulle colonne del Telegraph dall’editorialista Allister Heath. Un eventuale crash del Bitcoin, anche nell’inverosimile ipotesi che il suo valore venga azzerato, ricorda l’analista brucerebbe 277 miliardi di dollari (valore