Trump propone una tassa del 15% sulle società per “salvare l’industria automobilistica americana” e minaccia tariffe del 1000% sulle importazioni.
trend Dazi e Protezionismo
Dazi e Protezionismo
Con il termine protezionismo, in campo finanziario, si intende una politica economica che punta a tutelare le attività produttive nazionali rispetto a quella degli stati esteri. Si tratta, quindi, di interventi statali che puntano a ostacolare, o addirittura impedire, la libera concorrenza, in totale opposizione rispetto a politiche economiche di tipo liberali e scambiste.
Protezionismo: quali gli strumenti
Il protezionismo, nei fatti, diventa una vera e propria guerra commerciale che può essere portata avanti sostanzialmente con una serie di strumenti che si definiscono due tipi di protezionismo: quello doganale e quello non doganale.
Protezionismo doganale: i dazi
Il protezionismo doganale è quello, attualmente, fortemente voluto da Trump nei confronti, soprattutto, della Cina e si realizza attraverso questi interventi:
- Dazi protettivi ai prodotti importati: in questo modo ne viene aumentato il prezzo rispetto ai prodotti nazionali che vengono così favoriti rispetto il consumo sul mercato interno;
- dazi applicati alle materie prime esportate: l’obiettivo è mettere in difficoltà l’economia degli stati non produttori delle stesse;
- precauzioni normative e/o sanitarie quali quarantene, ispezioni, accertamenti di vario tipo che vanno, di fatto, a impedire l’importazione, se non solo il superamento di barriere burocratiche che però comportano un notevole incremento dei costi per chi esporta e quindi meno concorrenzialità sul mercato di riferimento.
Protezionismo non doganale
Gli interventi di protezionismo non doganale sono essenzialmente legati a pratiche di presidio del mercato al limite delle regole:
- dumping: il prodotto nazionale viene venduto sottocosto sui mercati esteri e, nel contempo, ne viene artificialmente gonfiato il prezzo sul mercato interno per recuperare le perdite;
- alzare il prezzo al consumo contingentando le merci vendute sui mercati esteri non produttori;
- incentivare i produttori nazionali esportatori con agevolazioni fiscali e creditizie;
- attento controllo delle borse nazionali ed estere, dei cambi di valuta e, in generale, del movimento dei capitali.
Storia del protezionismo
L’attuale guerra commerciale in atto fra USA e Cina non è, in realtà, una novità in campo economico. Le proposte del Presidente Trump sono state già messe in atto nei secoli precedenti, pur se con nomi diversi.
Nel XVII e XVIII secolo esisteva il mercantilismo: rafforzamento dell’economia interna anche attraverso la riduzione delle importazioni. È però dal XIX secolo che le teorie e le pratiche protezioniste così come oggi sono intese si affacciano nelle questioni economiche e politiche fra stati. Dopo le campagne napoleoniche, infatti, Inghilterra, Francia e Austria, seguite poi dal resto d’Europa, attuarono delle misure protezionistiche con lo scopo di far ripartire le rispettive macchine industriali, uscite a pezzi dalle lunghe guerre.
Su Wall Street Italia tutte le news relative alla guerra commerciale in atto, le proposte e gli interventi dei vari Governi per gestire la voglia di protezionismo degli USA.
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