Deflazione pagina 23
Delude il dato di giugno: le stime erano per un rialzo di +0,2%. I futures sui principali indici azionari Usa perdono slancio negli ultimi minuti del preborsa. Pesa il calo del business di auto.
Si è sviluppata una figura tecnica che nella maggior parte dei casi porta a continuazioni del trend principale e sta avvenendo in questi momenti la sua rottura a ribasso. Occhio a $1,2275.
Il numero uno della Bce parla alla commissione bancaria del Parlamento europeo, qualche ora prima dell’inizio della riunione dell’Eurogruppo. Plauso rivolto alla spending review di Monti: aiuterà a raggiungere gli obiettivi fiscali. Sull’economia globale: condizioni migliori e “completamente diverse” da quelle dello scorso novembre. Botta e risposta con un parlamentare: parliamo degli stipendi dei banchieri.
Livello record tra le nazioni G8. Il Fmi spinge Tokyo ad alzare l’Iva che al momento è appena al 5%, per creare inflazione. Ma il debito e’ quasi tutto in mani giapponesi e il paese stampa la propria moneta.
Faccia a faccia tra lo strategist Samy Chaar e l’economista Charles Wyplosz. Su un solo punto sono d’accordo: deve fare default. Francia e Germania condannate a collaborare: quale strada deve seguire Hollande?
La liberta’ individuale caratteristica della societa’ statunitense sara’ sempre piu’ vincolata. Le proteste dei movimenti Occupy assumeranno la connotazione di una rivolta civile. Nel migliore dei casi deflazione.
La quarta maggiore forza Ue ha un buco di 1.905 miliardi, il 120% del Pil. Che sara’ sempre piu’ difficile finanziare, visto l’aumento progressivo record dei tassi di interesse. Oltre il 5,5%-5,7% Roma fara’ fatica a rifinanziarsi. Uno scenario che comincia a ricordare i primi sintomi della Grecia. Peggio: la Bce anziche’ abbassare i tassi li ha alzati e li alzera’ ancora. Una mazzata per i creditori e un circolo vizioso da cui non sembra esserci via d’uscita (GUARDA LA COMPOSIZIONE DEL DEBITO).
La moneta unica viaggia appena al di sopra della soglia a quota $1,45. Gli indici europei sono contrastati. Prosegue il crollo di petrolio e argento a New York. In lieve recupero l’oro.
Da giorni il mercato delle commodities e’ in preda a un sell off generalizzato. Pesano le speculazioni e l’avvicinarsi della scadenza delle misure straordinarie di allentamento monetario della Fed.
Ribassi settimanali per tutto il settore dei metalli preziosi e delle materie prime. Le vendite concentrate su petrolio, oro, zinco, nichel. Cosa sta succedendo? Grafico all’interno