Euribor pagina 6
Aiutano i conti di Intel e Ibm (vedi dentro l’articolo). Francoforte balza più del 2%. Milano (+1,5%) assiste al forte calo di BPM, ma contestualmente al rally di Stm (+6%). Euro in crescita, pronto a riagguantare la soglia di $1,45.
Confortati dal dato sull’occupazione Usa, gli indici hanno incrementato i guadagni. Bene anche Milano che ha distolto l’attenzione dal caso di Intesa SanPaolo salendo dell’1% circa. Sotto pressione l’euro.
In rialzo anche il tasso Euribor tre mesi. In mattinata i tassi di mercato dell’area Euro stanno salendo su tutta la curva. Sui periferici si sta assistendo ad un rialzo degli spread su Irlanda e Portogallo.
Tema dominante ancora il Giappone, dopo che il Nikkei è scivolato del 10,5%, segnando il terzo calo peggiore di sempre. Tartassati dai sell off i titoli assicurativi e legati al nucleare. Milano -2,27%.
Il titolo della banca di Piazza Cordusio ha un margine di rialzo rispetto al target price fissato dall’istituto di ben il 28%. Anche Intesa sanPaolo e Ubi Banca al vaglio dell’ultimo rapporto “Italian Banks” dell’istituto. Rating confermati, ma outlook sul 2010 tagliato.
E’ una delle ragioni che hanno messo ieri ko Wall Street: e che stanno mettendo sotto pressione l’azionario europeo nella giornata di oggi, anche se al momento le banche sembrano tenere dopo i conti di ieri di BoA e Goldman Sachs.
Il noto finanzierie avverte sulle conseguenze che le richieste della Germania – se accolte, potrebbero provocare nell’area euro. E sfodera allo stesso tempo anche un consiglio per risollevare l’economia americana.
Gli Stati Uniti tentano di trovare il modo di adottare un percorso fiscale più sostenibile nel lungo termine. Il numero uno della Fed ha chiesto per esempio di considerare la creazione di una serie di regole per limitare la spesa federale.
Lo ha detto il commissario Rehn, al termine della riunione dell’Ecofin. Intanto, a dispetto delle ultime notizie sull’Irlanda e sulla Spagna, si assiste a una riduzione del differenziale dei titoli periferici. Un po’ di tensione però sul monetario.
E intanto negli Stati Uniti ci si interroga sul modo con cui procedere alle operazioni di quantitative easing. Il presidente della Fed di Filadelfia, Plosser, ha già dichiarato di opporsi ad un’ulteriore espansione monetaria. Ecco perchè.