Eurozona pagina 121
Organismo tripartito al capolinea ma monitoraggio su Stati membri non si conclude certo con l’esperienza di Goyal, Masuch e Costello.
“La riduzione del prezzo del petrolio” potrebbe portare effetti negativi sia in Italia che nell’Eurozona.
Se Europa dirà no a prestito ponte, Usa, Russia e Cina potrebbero fornire prestiti emergenza. Senatore Vermont ha persino chiesto che intervenga banca centrale.
Premier Cameron ha convocato riunione di governo per stabilire piano di emergenza nel caso in cui si verifichi evento choc. Londra teme instabilità mercati.
Il nostro paese è il principale mercato della banca dopo la Germania. Pil visto intorno a +0,5%. Parla chief country officer Flavio Valeri.
Il deprezzamento dell’euro e il costo basso del petrolio tra i fattori favorevoli citati dagli analisti della banca. Ma per ora previsione rimane +0,4%.
Per il vice direttore Panetta l’irrigidimento dei requisiti di capitale chiesti agli istituti aumenta il pericolo che persista crescita bassa.
C’è margine politico. Dopo secco no Germania, in cerca di nuovi partner Tsipras chiama Putin. Bisogna sbrigarsi: corsa sportelli è già iniziata.
Gli ultimi dati non sono eccezionali ma Bundesbank e analisti vedono una crescita graduale. Balzo 4,2% degli ordini alle fabbriche: peggio sembra passato.
Varoufakis e il ministro tedesco in disaccordo su tutta la linea. Atene: “Abbiamo bisogno di più tempo”.