Il presidente americano, Donald Trump, torna ad accusare la Cina di indebolire la sua valuta per avvantaggiarsi dei suoi partner commerciali.In un tweet contradditorio, il leader Usa ha scritto:“Attraverso una svalutazione enorme della loro valuta e pompando una vasta quantità di denaro nel suo sistema, decine di miliardi di dollari che gli Usa stanno ricevendo
trend Guerra valutaria
Guerra valutaria
Con l’espressione guerra valutaria, o svalutazione competitiva, ci si riferisce ad affari internazionali nei quali ogni Paese coinvolto cerca di ottenere un tasso di cambio che sia il più basso possibile per la propria valuta al fine di rendere più competitivo il prezzo per le esportazioni.
Di contro aumenta il costo delle importazioni del Paese stesso con inevitabili danni al potere d’acquisto dei cittadini, si tratta, e questo spiega il nome, di una vera e propria guerra, nella quale ogni Nazione compete contro le altre, che alla lunga può avere come conseguenza un generale rallentamento nel commercio internazionale.
Il ricorso alla guerra valutaria è, storicamente, un fatto raro, generalmente ogni Nazione preferisce avere un valore elevato per la propria moneta. Uno dei casi più eclatanti di ricorso alla svalutazione competitiva lo si ebbe nel 1930 a seguito della Grande Depressione del 1929, si decise allora di adottarlo per stimolare le economie dei Paesi colpiti.
La situazione della guerra valutaria al giorno d’oggi, lo scontro USA / Cina e la situazione in Europa, quali le misure adottate e le possibili conseguenze.
Per la terza seduta di fila Pechino ha fissato il cambio a un livello più debole rispetto alla soglia psicologica di 7 yuan per dollaro.
La Banca centrale cinese ha fissato lo yuan al livello più basso dalla crisi finanziaria del 2008, oltre la soglia psicologica di 7, a 7,0039 contro il dollaro. Uno yuan più debole rende le esportazioni cinesi.
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Per Joachim Fels, consulente economico di Pimco, l’indebolimento del dollaro è più probabile grazie alle cartucce più numerose a disposizione della Fed.
Strategist di Wall Street non escludono un irrigidimento delle posizioni di Washington sul mercato dei cambi. Ecco cosa potrebbe accadere.
Il governatore della banca centrale cinese, Yi Gang, ha dichiarato che lo spazio per allentare ulteriormente la politica monetaria se la guerra commerciale dovesse farsi più dura è “enorme”. “Abbiamo molto spazio nei tassi d’interesse, abbiamo molto spazio nel tasso di riserva richiesto, e anche per il toolkit di politica fiscale e monetaria, penso che
Lo ha detto il numero uno della Banca centrale cinese, replicando alle accuse Usa di svalutare lo yuan per aumentare le esportazioni.
A partire da quest’anno la filiale newyorchese della Bank of China consentirà alle società cinesi di ricevere pagamenti in yuan anziché in dollari negli affari di e-commerce.
Per l’Italia l’euro è troppo forte del 9%, in Germania invece è dell’11% sottovaluto: le stime dell’FMI dipingono un quadro senza via d’uscita per la regione.
Come anticipato, il Tesoro Usa ha evitato di definire la Cina come una manipolatrice di valuta, anche se guarda con preoccupazione all’indebolimento dello yuan, che ha perso il 7% contro il dollaro da metà giugno.In un comunicato che ha accompagnato il rapporto semestrale del Tesoro, il segretario Steven Mnuchin ha spiegato che “la mancanza di trasparenza e