Guerra valutaria pagina 13
Trading diretto in euro e yuan. Banche centrali pronte a tutto. In Nuova Zelanda sul mercato 521 milioni. Con l’Australia, unici carry trade possibili tra le major.
Dopo l’illusione iniziale Tokyo torna a fare i conti con la realtà. La svalutazione ha peggiorato le cose. Export deludenti. Flop Abenomics.
Addio petrodollari. Le tensioni da Guerra Fredda spingono Mosca a correre ai ripari. E non si hanno dati sulle riserve auree cinesi da cinque anni.
È l’unica moneta a pagarne pesantemente le conseguenze. Al rialzo, resistenza 1.3640 sembra uno scoglio insormontabile.
Un’eventuale vittoria delle forze anti-europeiste provocherebbe una svalutazione della moneta unica (grafico a 1 mese sul dollaro).
Titolo -3% nei primi scambi con un minimo toccato a 0,807 euro. Grafico a 1 anno
Pechino rappresenta la gran parte del commercio mondiale (Usa inclusi). È lei che mantiene alta la domanda di dollari.
“Non sono state in grado di mantenere adeguate scorte ad un prezzo controllato”. Dietro però c’è la svalutazione del peso.
Ministro Montebourg alza la voce: “Europa vittima di una guerra valutaria”, si apre sfida politica. Intanto BOE sorprende tutti.
Presidenta Cristina Fernández accusa gli ‘avvoltoi’ stranieri del tracollo economico del Paese.