Se i prezzi riprendono a salire, rame, mais e petrolio possono offrire una buona protezione dall’aumento dell’inflazione.
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Inflazione
La variazione dei prezzi all’interno di un mercato è un processo economico fisiologico. Quando, però, ci si trova di fronte a un aumento incontrollato dei prezzi che coinvolge non soltanto alcune voci della spesa ma i beni e i servizi nella loro totalità, ci si trova di fronte al fenomeno denominato inflazione.
Origine e significato della parola
Il termine è di derivazione latina e significa gonfiatura, va, per l’appunto, a indicare l’aumento prolungato e generalizzato del livello medio dei prezzi.
Cause, conseguenze e calcolo
Le cause dell’inflazione, individuate dalle diverse scuole nella teoria macroeconomica, possono essere varie: in alcuni casi risiedono in un eccesso di domanda, in altri in un aumento dei costi di produzione, altre volte scaturiscono da un eccessiva quota di moneta immessa in circolazione. La conseguenza diretta dell’inflazione è la perdita di potere d’acquisto della moneta e, dunque, un’erosione della capacità da parte dei consumatori di procurarsi beni e servizi. Quando colpisce nello specifico le materie prime e i prodotti agricoli, prende il nome di agflazione.
L’inflazione è calcolata sulla base delle abitudini medie della popolazione: a seguito di uno studio collettivo si determinano quali aspetti del paniere assumono un maggior peso nella misura del tasso inflazionistico.
Si tiene, perciò, conto dei generi di uso quotidiano, di quelli durevoli e dei servizi di cui le famiglie fanno uso. In Italia è l’Istat l’organo incaricato della stima e del monitoraggio del tasso d’inflazione.
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