OCSE pagina 28
La denuncia di Federconsumatori e Adusbef. “Il costo del premio in Italia si mangia il 6,5% di stipendio, il doppio della media Ocse e il triplo dell’Inghilterra. Le famiglie continuano a svenarsi”.
L’Ocse richiama Roma. “Il costo del credito sale del 16% se la durata dei processi è piu alta”. Alert Bankitalia: “potenziale di crescita si sta indebolendo“.
Se si ripetesse la siccità del 2012, il valore delle derrate alimentari si impennerebbe. Problemi anche per la produzione agricola: cresce troppo poco rispetto ai bisogni della popolazione mondiale.
Il numero uno Gurrìa: “Situazione ancora fragile”. Sul deficit lavoro straordinario, ma ora non superi tetto 3%. Qualcosa si muove: accordo tra Unicredit e Banca Europei degli Investimenti per aiutare le Pmi. Leggi intervista
Tagliate stime sul Pil 2013 a -1,8% da -1,5%. Non bisogna illudersi che il peggio sia passato per meriti propri: recupero grazie a politiche monetarie e miglioramento mercati.
Aggravati rischi sociali: ricchi più ricchi. Rapporto: gap nella distribuzione dei salari e’ aumentato dovunque tranne che in Germania: netta cesura col resto dei paesi.
Non è assolutamente possibile ridurre la pressione fiscale. Banche deboli, soggette a rischi sistemici. Paese ostaggio dei mercati. Tagliate stime Pil a -1,5%, debito/Pil balzerà al 134% in 2014. Se deficit risale oltre 3%, servirà manovra correttiva. Via l’Imu?: “prima ridurre tasse su imprese e lavoro”.
L’aggiustamento dei conti, per il neo ministro dell’Economia (nella foto) è tale da permettere all’Ue di chiudure la procedura, “entro fine maggio, al massimo ai primi di giugno”. No interventi improvvisati su esodati. Italia: grave emergenza finanziaria.
Solo Messico e Cile hanno una pressione fiscale piu’ bassa. In cima alla classifica degli ‘inferni fiscali’ l’Italia, superata solo da paesi scandinavi e Belgio. Persino la Francia e’ piu’ sotto.
Allarmante condizioni mercati lavoro, disoccupazione euro rischia altri aumenti. Mario Draghi aveva previsto una ripresa nella seconda metà del 2013. Ma, per primi, erano stati i cittadini europei a non credere alle sue stime.