Cinque anni dopo i Panama Papers, una nuova maxi inchiesta giornalistica scoperchia un vaso colmo di attività evasive.
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Panama Papers
Con la locuzione Panama Papers ci si riferisce a un corposo fascicolo di oltre 11 milioni di documenti che contengono informazioni dettagliate su oltre 200mila società offshore e relativi organigramma.
Il nome di questa inchiesta è dovuto allo studio legale Mossack Fonseca, che ha sede a Panama per l’appunto.
I Panama Papers vedono menzionati, a vario titolo e con diverse somme di denaro, leader mondiali, funzionari di governo, parenti e collaboratori degli stessi, non mancano personaggi sportivi e manager italiani, tutti dovranno rispondere dell’accusa di evasione fiscale.
Il materiale raccolto risale fino agli anni ’70 del secolo scorso e l’indagine ha preso il via quando, nell’Agosto 2015, venne consegnato al Süddeutsche Zeitung e poi al Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ nella sua sigla inglese).
Ad analizzare l’intero fascicolo sono stati oltre 400 giornalisti per un totale di 107 agenzie di stampa coinvolte in più di 80 Paesi.
In questi giorni la ICIJ ha provveduto a pubblicare i primi documenti, con nomi e società coinvolte, le reazioni in Italia e nel mondo, su Wall Street Italia aggiornamenti in tempo reale, chi sono gli italiani coinvolti e le lo loro storie, la posizione del Governo in attesa che a Maggio venga pubblicata la lista completa di aziende e personaggi.
Più di un miliardo di euro sono stati recuperati dai governi europei grazie alle rivelazioni dei “Panama Papers”. Tre anni dopo la pubblicazione di questa indagine globale sui beni nascosti in società offshore da parte di evasori fiscali in tutto il mondo, il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi ha fatto i conti su quanto denaro
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