Paradise Papers pagina 12
È il principale destinatario dell’export ‘made in Italy’, con un valore nel 2013 pari a oltre 1,9 miliardi. Roma era l’ultima nell’Ue a mantenere l’esclusione.
Delle dimensioni di 34,6 acri, parte di una catena di piccole isole rinomate per la vegetazione lussureggiante, la sabbia bianchissima e l’acqua, ovviamente, trasparente e scintillante.
Dal 2018 in vigore l’accordo di cooperazione fiscale dell’Ocse. Con effetti retroattivi fino al 2015.
Prevalentemente in Lussemburgo se si tratta di società (24% dei casi) e in Svizzera per le persone fisiche (13%).
Sistema costituito da tasse troppo basse (Iva al 3%, per esempio) ha portato prosperità. Ora potrebbe diventare il tallone di Achille.
Berna vuole rientrare nella ‘white list’, e chi evade le tasse preferirà trasferire capitali nei paradisi fiscali. Auguri.
Smascherata la finzione della città-stato del capitalismo autoritario che fa finta d’essere un paradiso fiscale.
Cosa accadrebbe ai ricchi italiani se il paese decidesse, come sta già facendo, di volersi mettere in riga e dare informazioni al fisco? TABELLA SU TASSE E COSTI
Cresce il numero di ricchi in fuga dal fisco fermati alla dogana con migliaia di euro di cash oltre i limiti.
Il fondatore di Virgin sostiene che il motivo della fuga da Londra al paradiso fiscale non sia legata a ragioni fiscali.