Petrolio pagina 218
Per le differenze geologiche tra continenti, la risorsa e’ piu’ onerosa da noi che in Usa. Francia e altri paesi hanno imposto una moratoria sullo sfruttamento della risorsa. Non la Polonia, che ora intende esportarlo e rappresentare un’alternativa alla Russia. Gia’ centinaia di concessioni: “destinazione da sogno per gli investitori”.
I pesi massimi dell’industria europea, come Lufthansa, accusano maxi deficit. Nel 2012 prevista perdita di 600 milioni per il comparto. Meridiana sull’orlo del crack, se non arrivano gli arabi.
Il Dow si riscatta dopo aver perso terreno per sei sedute di fila, la striscia negativa piu’ lunga da agosto. Nasdaq in rosso. Richieste di sussidio calate ai minimi da fine marzo. Euro e greggio tentano rimonta.
Gli strategist svizzeri sono preoccupati per la Spagna e per la frenata della crescita in Cina. Obiettivi di prezzo su valutario e materie prime del team guidato da John Plassard, direttore di Louis Capital Markets.
Con l’esaurimento del greggio “la civilta’ moderna e’ finita: non puo’ funzionare senza”. Il rapporto del Tesoro australiano ‘Inter-Generational’: li’ l’ultima goccia sara’ versata nel 2020.
Risorse fondo salva stati insufficienti. Continue manovre recessive con tempi ristretti rischiano di far precipitare l’area periferica: a colloquio con Giuseppe Attanà, presidente Assiom Forex.
Primo catalizzatore: l’arrivo della portaerei Enterprise al Canale di Suez. A quel punto rimarranno sei date possibili. L’impatto sui mercati e sugli equilibri mondiali sara’ tremendo: VIDEO
Dopo l’allarme utili lanciato dalla Iata, a rincarare la dose ci pensa oggi la compagnia saudita, secondo cui l’aumento dei prezzi del carburante rischia di mandare in bancarotta diverse compagnie aeree.
Benvenuti nel “nuovo Medioriente” in termini di produzione energetica. Le attivita’ di gas e petrolio nell’America del Nord schizzeranno al rialzo nei prossimi otto anni. Entro il 2020 il mondo non sara’ lo stesso.
E a recessione mondiale: l’offerta dal Golfo, la produzione e export da Teheran scenderebbero a zero. I rischi maggiori sono alle spalle, ma Europa rimane “treno rottamato che avanza in slow motion”.