Quantitative Easing pagina 28
Miglioramenti modesti e con ogni probabilità temporanei. Parla Philippe Legrain, economista della London School of Econmics.
Escono vittoriasi i mercati azionari europeo e giapponese, nonché il dollaro. Ma per quanto durerà? E chi sono invece i grandi sconfitti?
Il bazooka monetario dell’Eurotower è iniziato ufficialmente lo scorso 9 marzo. La Banca centrale ha comunicato quanto ha speso e cosa ha comprato finora.
L’indice dei prezzi alla produzione dell’Eurozona è sceso a un tasso annuo del 2,8%, meno della flessione -3,5% di gennaio.
Governo vede aumento dello 0,7%. Tra i fattori positivi per il blocco a 19 l’agenzia di rating cita anche il calo dei prezzi del petrolio.
Calo dello 0,8% dall’anno prima. Quest’anno si spera nell’effetto del QE. S&P: continua a deludere crescita Italia.
Previsioni molto ottimiste. Sul lungo periodo i prezzi non dovranno solo ritornare al 2%, ma anche consolidarsi intorno a tale quota.
La ripresa dell’economia dell’area euro ha preso slancio in marzo, ma è ancora modesta. Anche in Italia il Pmi è salito, a 53,3 punti.
Resi noti anche i numeri sull’occupazione in Eurozona, che hanno indicato un lieve miglioramento.
Maggiore fiducia di aziende e investitori. Berlino si lamenta del QE ma deve ringraziare proprio la debolezza dell’euro per sostegno export.