Testimonierà il prossimo 17 luglio Robert Mueller, procuratore speciale che ha indagato sul Russiagate. Ricevendo l’invito a comparire dinanzi alle Commissioni Giustizia e intelligence della Camera, Mueller nel dichiarare finito il suo incarico, aveva affermato di non avere altro da dire se non quello già emerso dal rapporto conclusivo delle sue indagini.Non siamo riusciti a
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Russiagate
Con il termine Russiagate ci si riferisce a un’inchiesta giudiziaria avviata a seguito di presunte ingerenze da parte della Russia, per l’appunto, nel condizionare la campagna elettorale per le Elezioni Presidenziali USA del 2016 vinte, lo ricordiamo, da Donald Trump.
Indagini Russiagate e accuse
A capo delle indagini è il procuratore speciale Robert Mueller che, a oggi, sta indagando su ipotesi di reato importanti e, se verificate, molto gravi: spionaggio a favore di potenze estere, o addirittura, alto tradimento.
Il via alla procura nasce, in realtà, da un’indagine giornalistica del New York Times dopo che, nella primavera del 2016, Trump risultava il favorito per la nomination alla candidatura di Presidente USA da parte del Partito Repubblicano.
In particolare, la testata giornalistica, fra le più importanti e autorevoli al mondo, sospettò che dietro ci fosse un intervento della Russia, di Vladimir Putin nello specifico, che condizionò la campagna elettorale su tre filoni:
- intercettazione e divulgazione di materiale del Partito Democratico;
- manipolazione di alcune piattaforme social, Facebook e Twitter fra gli altri;
- contatti con associati alla campagna presidenziali di Trump.
A supporto del tutto, il NYT riportò come nel giugno 2016 il figlio di Trump avesse incontrato, presso la Trump Tower, l’avvocato russo Natalia Veselmitskaya, figura in contatto diretto con il Cremlino. Presenti anche Paul Manafort e Jared Kushner, due personaggi di spicco del Partito Repubblicano.
L’inchiesta: i risultati a oggi
Da quanto sopra descritto, le immediate conseguenze sono state:
- incriminazione di dodici cittadini russi funzionari del GRU, l’intelligence militare russa;
- arresto di Paul Manafort, prima ai domiciliari e poi in carcere fino a che non ha patteggiato, e ora di nuovo indagato perché non avrebbe rispettato i termini del patteggiamento stesso, omettendo alcuni fatti di rilievo;
- arresto di Rick Gates, socio d’affari e collaboratore di Paul Manafort, che ha ammesso alcuni reati finanziari e l’apertura di conti all’estero non dichiarati.
Nel mirino di Robert Mueller sono finiti anche Michael Thomas Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha patteggiato dopo aver ammesso di avere mentito all’FBI, e su Michael Cohen, ai tempi legale di Trump, che invece ha ammesso di aver mentito al Congresso.
Sviluppi e conseguenze
Il Presidente USA è, chiaramente, molto infastidito dal Russiagate perché si tratta di una questione che, in qualche modo, getta sospetti sulla sua elezione e può indebolirlo per la sua già confermata ricandidatura in vista delle Elezioni USA 2020.
Fra i poteri di Donald Trump, in quanto Presidente, ci sarebbe quello di poter, immediatamente, fermare l’inchiesta attraverso l’istituto della grazia o grazia presidenziale generalizzata (pardon) per tutti i coinvolti.
Si tratta di aspetti molto controversi dai giuristi, in caso di auto-grazia, cosa mai verificatasi, secondo alcuni dovrebbe esprimersi la Corte Suprema.
Su Wall Street Italia trovi tutte le news e le possibili conseguenze relative la Russiagate, l’inchiesta che può mettere in ginocchio il Tycoon e che, sicuramente, ha aperto una breccia sulla facilità di intrusione e condizionamento online attraverso i social network.
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Robert Mueller non ha esonerato il presidente ma non lo ha trovato nemmeno innocente ritenendo che la legge gli lega le mani dall’incriminare Donald Trump.
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