Firmato all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Funzioni centrali, che interessa circa 195mila dipendenti.
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Smart Working
Anche in Italia sempre più aziende stanno adottando il cosiddetto smartworking, ossia un sistema che consente ai lavoratori di conciliare meglio il lavoro con la vita privata, ottenendo, ad esempio, la possibilità di lavorare da casa.
Smart working significa letteralmente “lavoro agile” e viene utilizzato nel business per indicare una modalità di lavoro non vincolata da orari o da luogo di lavoro, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. In Italia è regolamentato dalla Legge 22 maggio 2017, n. 81.
Il fenomeno dello smartworking è esploso a seguito dell’emergenza coronavirus che ha obbligato un gran numero di italiani a continuare la propria attività da casa, per ridurre al minimo le possibilità di contagio e tutelare i soggetti più deboli.
Differenze fra smart working e telelavoro
Il termine smart working è stato usato come sinonimo di telelavoro ma questi due approcci hanno differenze sostanziali: nello smart working il lavoro è svolto senza una postazione fissa: può essere all’esterno dei locali aziendali o al loro interno. Nel telelavoro il dipendente lavora da casa e nel contratto può essere specificata la necessità di raggiungere il posto di lavoro una volta alla settimana, o in base agli accordi presi.
Finora, sembra che gli effetti di questa nuova modalità di lavorare siano stati positivi.
Smart working post emergenza
La maggior parte dei dipendenti è soddisfatta dello smart working poiché questa modalità di lavoro consente di trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, con un aumento della motivazione al lavoro.
Se prima della pandemia solo il 31% dei dipendenti poteva usufruire dello smart working, e non su base quotidiana, allo stato attuale, i lavoratori che stanno proseguendo l’attività da remoto rappresentano quasi l’80%. Tanto che secondo molte ricerche potrebbe restare la modalità di lavoro prevalente.
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Secondo i vertici di numerose aziende italiane grazie allo smartworking sono aumentate la produttività e l’efficacia del lavoro mentre sono diminuiti l’assenteismo e i costi a carico del datore del lavoro.
Di seguito la redazione di Wall Street Italia ha raccolto gli articoli di maggiore interesse, con le novità e i dati utili ad analizzare questa nuova tendenza.
Ecco alcune delle novità emerse dal confronto tra l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati sul rinnovo del contratto degli statali.
La novità entrerà ufficialmente in vigore dal 2 gennaio del 2025.
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Il trend del nomadismo digitale è ad un punto tale che per diventarlo oggi basta davvero poco, anche qua in Italia. Infatti sempre più persone sono smart worker, proprio per i vari benefit previsti.
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Chi si è abituato allo smart working potrebbe presto avere un brusco risveglio. La quantità di annunci di lavoro da remoto su LinkedIn è in calo, secondo i nuovi dati diffusi dalla piattaforma. Negli Stati Uniti, ad esempio, la quota di offerte di posti di lavoro da remoto è diminuita del 5% da aprile, in forte calo dal picco del 20% raggiunto durante la pandemia. Un trend simile è stato registrato anche nel Regno Unito, dove i lavori a distanza rappresentano il 14,6% delle offerte, ma ottengono il 20,2% delle domande totali e in India (l’11,3% delle offerte totali, contro il 20,3% delle domande).
I risultati di una ricerca condotta su 20 milioni di persone per cinque anni utilizzando l’algoritmo “People You May Know” di LinkedIn.
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