Milano – Il treno Italo continua la sua corsa in cerca del risultato di pareggio. È ancora presto per la società Ntv che vede tra i principali azionisti Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Intesa Sanpaolo, oltre alle ferrovie francesi.
L’anno scorso la perdita di Ntv è stata di 39 milioni di euro (su 24 milioni di fatturato) mentre il debito con le banche si è collocato a 157 milioni di euro. Ma Italo è una start up, ha un patrimonio di 184 milioni e le banche, l’azionista Intesa in testa, non faranno mancare il loro supporto nei prossimi anni. Ma nel bilancio di Ntv c’è una grana che rischia di durare a lungo.
La società ha infatti stipulato dei derivati di copertura con le banche finanziatrici (tra cui spicca Intesa) per coprire le banche stesse dal rischio tasso. Si tratta di uno “zero cost collar” per un valore nozionale di 245 milioni di euro. Ebbene quel derivato è oggi in perdita per 42 milioni di euro.
Certo è una perdita virtuale e si verificherebbe sono in caso di chiusura del contratto o rinegoziazione dello stesso. In questo caso Montezemolo e soci dovrebbero sborsare alle tre banche (Intesa, Mps e Banco Popolare) la cifra di 42 milioni che equivale all’intera perdita del 2011. Una cifra imponente che vale un quinto del valore nozionale del debito coperto. Il paradosso è che quella copertura, per come è fatta, va tutta a beneficio delle banche. Cioè della stessa Intesa che è azionista con il 20% della società. Con una mano prendi con l’altra dai.
Quel derivato infatti rischia di non servire mai a Ntv, anzi di caricarla di incognite fino alla scadenza nel 2016. Perché? Semplice la struttura sembra fatta apposta per favorire le banche a scapito di Ntv. Lo zero cost collar è legato all’Euribor a 6 mesi e stabilisce che fino al 4,15% di tasso Ntv pagherà alle banche. Tra il 4,15% e il 5% di tasso il derivato è neutro, mentre Ntv incasserebbe dalle banche solo nel caso in cui il tasso salisse sopra il 5%.
Con l’Euribor che è quasi a zero da tempo Ntv continua quindi a pagare alle banche tassi ben superiori e nel frattempo più i tassi stanno così bassi più il derivato perde valore. Da qui il buco potenziale plurimilionario nel bilancio di Ntv. Va detto che il contratto fu stipulato nel 2008 quando le condizioni erano assi diverse e l’Euribor correva all’impazzata verso l’alto. Pura sfortuna quindi per Montezemolo e soci che non solo non beneficiano da allora della caduta strutturale dei tassi ma hanno in pancia una piccola grande mina inesplosa.
Quel contratto infatti non si può toccare pena registrare in un colpo solo 42 milioni di perdite. E quel fardello si trascinerà fino al 2016, se i tassi non saliranno. E se il debito coperto aumenterà, salirà anche la minusvalenza di bilancio. Brutto affare con un paradosso: Montezemolo e soci devono tifare perché i tassi salgano sopra il 5% per cominciare a guadagnare. Per ora guadagna solo l’azionista Intesa. Che con una mano dà, con l’altra prende dalla società che essa stessa controlla.
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