Il contesto attuale è molto cambiato rispetto a quello del 2017. Sono aumentate le incertezze ed è tornata la volatilità. Ecco alcune delle strategie da mettere in atto nel contesto attuale, secondo Sergio Trezzi managing director di Invesco
Dott. Trezzi, gli italiani si confermano avversi al rischio e anche le masse gestite sul mercato ETF lo confermano, con i prodotti obbligazionari che occupano una fetta maggiore della media. Quali le soluzioni d’investimento più idonee all’identikit dell’investitore italiano?
“L’attuale scenario economico e le esigenze di investimento del risparmiatore sono alla base dell’identificazione della soluzione di investimento più adatta per ciascun investitore. In Italia in particolare, la componente obbligazionaria ha da sempre rappresentato una porzione importante del portafoglio. Per tale ragione sembra naturale un graduale incremento di soluzioni multi-asset, incremento che sembra concretizzarsi anche alla luce dell’attuale contesto dei tassi di interesse e del potenziale incremento della volatilità dei mercati azionari”.
Rimanendo in Italia, il 2017 è stato senza dubbio l’anno dei Pir che dovrebbero contribuire a far ragionare i risparmiatori più in ottica di lungo periodo. Voi siete da poco scesi in campo con il primo ETF Pir multi-asset, strutturato in modo da diversificare il rischio. Perché questa scelta?
“I Pir rappresentano un’ottima soluzione per legare l’economia finanziaria a quella reale, sostenendo così il grande spirito imprenditoriale tipico del nostro Paese. Per questo motivo abbiamo voluto essere presenti come Invesco in questo segmento, con una soluzione molto efficace ed efficiente. Il nostro ETF multi asset (PowerShares Italian Pir Multi-Asset Portfolio Ucits ETF) è stato realizzato per offrire massima trasparenza, semplicità, ottima diversificazione per limitare la forte volatilità delle azioni italiane a un costo estremamente conveniente (0,45%). Il costo, combinato con un orizzonte temporale di almeno 5 anni, rende lo strumento estremamente interessante”.
Quest’anno gli investitori devono fare i conti con il ritorno della volatilità, gli ETF che sponda possono dare per mitigare la rischiosità di un portafoglio?
“La crescente volatilità rappresenterà il grande tema dei prossimi anni. Diversificazione, gestione attiva e un chiaro orizzonte temporale di investimento saranno i migliori strumenti per trasformare la volatilità in opportunità. Il corretto stock picking realizzato da gestori attivi di qualità potrà offrire soluzioni in grado di mitigare l’effetto negativo dei mercati, mentre l’utilizzo tattico di ETF consentirà di cogliere eventuali opportunità di mercato”.
In tale contesto, le soluzioni fattoriali/smart beta come si collocano?
“Sicuramente aumenteranno la loro notorietà e il relativo utilizzo da parte dei clienti. È inoltre interessante notare come dalla nostra ricerca Factor Investing sia emerso chiaramente che gli investitori identificano le strategie fattoriali come uno strumento per gestire in maniera più attenta e profonda il rischio”.
Invesco ha annunciato la transizione verso un unico brand a livello globale che riguarderà anche l’universo ETF, cosa cambierà nella sostanza e quali saranno gli obiettivi strategici?
“L’allineamento di tutti i brand sotto il nome Invesco rappresenta la risposta alle esigenze dei nostri clienti che sempre più spesso ci chiedono di identificare soluzioni di investimento adeguate alle loro esigenze, selezionando poi in una fase successiva il veicolo (sia esso un fondo, un ETF o un mandato in gestione). Per tale ragione, mettendo al centro sempre il cliente, l’individuazione della soluzione adeguata sotto il brand Invesco permetterà una più semplice ricerca e analisi delle esigenze. Importante è evidenziare che nulla cambia a livello di processo e filosofia di ciascuno dei nostri centri di investimento”.
Come vi posizionate nell’annoso dibattito sul confronto tra gestione attiva e passiva? Un’altra grande sfida è quella della consulenza automatizzata, come immagina l’universo del risparmio tra 5 o 10 anni?
“Avendo la possibilità di offrire entrambe le soluzioni ai nostri clienti, mostriamo i dati ed evidenziamo come diverse strategie (attive, passive e alternative) siano tra loro complementari, apportando valore se usate in modo corretto. Va inoltre evidenziato il fatto che a oggi c’è uno scarso focus sull’asset allocation e sulla costruzione del portafoglio, elementi che guidano all’85% il risultato finale degli investimenti dei risparmiatori. Riteniamo inoltre che i futuri vincitori nell’asset management saranno le aziende capaci di anticipare le esigenze dei clienti, non solo di reagire alle loro sollecitazioni; sarà quindi necessario avere la forza economica di investire costantemente in tecnologie capaci di aumentare la qualità del servizio offerto, sia esso di investimento o di comunicazione”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del mensile Wall Street Italia