La stagione delle trimestrali Usa è entrata nel vivo nelle ultime settimane. Ieri sera sono stati diffusi i conti di Meta Platforms, dopo quelli di martedì di Alphabet e Microsoft. Ecco i temi chiavi emersi dalle trimestrali di questi colossi della tecnologia, aspettando i risultati di Apple e Amazon in uscita giovedì prossimo (3 agosto) a mercati chiusi.
Le trimestrali di Wall Street diffuse finora
La earning season statunitense procede spedita. Gli highlights dei risultati sino ad oggi hanno mostrato conti positivi per le grandi banche americane, che nel complesso hanno battuto le attese degli analisti; Tesla e Netflix hanno subito forti ribassi dopo i rispettivi risultati, la prima a causa della contrazione dei margini e la seconda per i ricavi sotto le aspettative; Alphabet ha convinto grazie ai dati superiori alle stime mentre Microsoft ha pagato il rallentamento della crescita nel cloud.
Finora, secondo i dati di Bloomberg, 596 società hanno diffuso le trimestrali evidenziando un andamento complessivamente positivo. Di queste, 280 (il 51%) ha battuto le attese in termini di ricavi, 76 sono risultate in linea (il 12%) e 208 (il 37%) hanno deluso le aspettative. A livello aggregato, i dati sul fatturato hanno superato le previsioni degli analisti dell’1,7%.
Per quanto riguarda invece gli utili, le sorprese positive sono state 372 (il 66%), rispetto a 72 risultati in linea (7,5%) e 148 negative (26%), con una sovraperformance a livello aggregato pari al 5,9%.
Meta Platforms: bene i conti e le prospettive sul 3Q
I conti del secondo trimestre fiscale di Meta Platforms, diffusi ieri sera dopo la chiusura di Wall Street, hanno superato le attese in termini di fatturato, marginalità e utili. Nel dettaglio, i ricavi sono cresciuti dell’11% a 32 miliardi di dollari, rispetto ai 31 previsti; il margine lordo si attestato all’81,4%, contro l’80,1% delle proiezioni, mentre l’EPS Gaap è aumentato del 21% a 2,98 dollari, a fronte dei 2,87 stimati. Per il trimestre in corso, il management prevede entrate fra 32 e 34,5 miliardi, rispetto a 31,2 miliardi del consensus di Bloomberg.
Il gigante dei social network sta riuscendo a far migrare gli inserzionisti verso la sua funzionalità di video brevi, Reels, per attirare più attenzione sui sulle piattaforme di Facebook e Instagram e alimentare nuovamente gli investimenti dopo il calo del settore nel 2022.
Nel frattempo, Meta ha tagliato migliaia di posti di lavoro in quello che l’amministratore delegato Mark Zuckerberg chiama “anno dell’efficienza”, liberando risorse da reinvestire nell’intelligenza artificiale, per migliorare le raccomandazioni su contenuti e pubblicità e renderle più adatte agli interessi degli utenti. Tuttavia, a causa di questo ingenti investimenti, le spese totali saranno pari a 88-91 miliardi di dollari nel 2023, più delle stime precedenti.
Intanto, i social network consolidati di Meta crescono ad un ritmo più lento e l’azienda sta lavorando per aumentare il tempo medio di utilizzo. Recentemente Instagram ha lanciato un concorrente di Twitter, chiamato Threads, che ha registrato 100 milioni di iscrizioni nei primi giorni. Per ora, Threads è senza pubblicità, e Zuckerberg ha dichiarato che non ne conterrà fino a quando sarà prossima a raggiungere 1 miliardo di utenti (una soglia mai toccata da Twitter).
Nel pre-market di Wall Street, il titolo viaggia in rialzo dell’8,5% a 324,2 dollari, dopo aver già guadagnato il 148% da inizio anno.
Alphabet (Google) regge la concorrenza nel business della ricerca
Alphabet, la casa madre di Google, ha registrato nel secondo trimestre ricavi per 62,07 miliardi di dollari, rispetto a 60,27 miliardi previsti dagli analisti, con un margine lordo pari al 68,8% (vs 68% previsto) e un EPS (Gaap) di 1,44 dollari, contro 1,32 stimati.
L’attenzione degli investitori era focalizzata soprattutto sul core business del search advertising, che ha dimostrato di reggere bene la concorrenza, in particolare da parte di Microsoft dopo l’investimento in OpenAI e l’implementazione dell’intelligenza artificiale nelle ricerche. Quest’area di business ha generato 42,6 miliardi di dollari, rispetto alla stima media degli analisti di 42,2 miliardi.
Spunti positivi anche per la spesa pubblicitaria digitale, in particolare su YouTube, che ha registrato una modesta crescita dopo il il primo calo su base annua delle vendite pubblicitarie nel primo trimestre. Alphabet avanza del 6,8% a Wall Street.
Microsoft: delude il rallentamento nel cloud
Segnali in chiaroscuro dai conti di Microsoft del quarto trimestre fiscale. I ricavi, pari a 56,2 miliardi, hanno battuto le attese degli analisti (55,5 miliardi), così come il margine lordo (superiore al 70%), l’Ebit (24,25 vs 23,29 miliardi) e l’Eps (2,69 dollari contro 2,55 attesi).
L’incremento del fatturato però è rimasto al di sotto del 10% (all’8%) per il terzo trimestre consecutivo. I ricavi da software per sistemi operativi Windows preinstallati su pc sono scesi del 12% nell’ultimo trimestre, un periodo in cui le spedizioni globali di PC sono diminuite del 13%. Dopo diversi anni di rapida espansione, il gigante del software deve anche fare i conti con una domanda meno forte per i suoi servizi cloud.
Il produttore di software prevede che i ricavi di Azure rallentino ulteriormente nel trimestre attuale, crescendo del 25-26% nel primo trimestre dell’anno fiscale 2024 (dopo il +27% del 4Q 2023 e il +31% del 3Q23). Microsoft inoltre ha annunciato un aumento delle spese per l’espansione dei data center per i nuovi servizi cloud, prevedendo solo un incremento graduale dei ricavi dall’IA. Il titolo Microsoft arretra del 2,8% a Wall Street.
L’AI resta al centro dell’attenzione
L’intelligenza artificiale è ancora una volta sotto i riflettori in questa tornata di trimestrali delle società tecnologiche. Proprio le tre società sopracitate figurano tra quelle che maggiormente hanno cavalcato il trend dell’AI a partire da novembre, quando OpenAI ha lanciato ChatGPT alimentando l’ottimismo per l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’ambito della ricerca.
Emblematico anche il rally di Nvidia, che ha più che triplicato il proprio valore da inizio anno grazie alla febbre da AI. Grazie alla produzione di chip fondamentali per la nuova tecnologia, la società ha infatti dichiarato che potrebbe aumentare gli utili del prossimo trimestre di circa il 50% in più rispetto a quanto inizialmente previsto.
L’entusiasmo per il megatrend dell’AI potrebbe avere spazio per un’ulteriore crescita ma la cautela è d’obbligo, come sottolineato anche dal produttore di chip TSMC negli ultimi giorni. L’azienda taiwanese, che produce chip anche per Nvidia, ha posto l’accento sui vincoli di produzione, rimarcando che la percentuale di ricavi da tale business è ancora contenuta e difficilmente può compensare il rallentamento della domanda di elettronica.
Saranno dunque necessari, nei trimestri a venire, riscontri in termini di risultati economici, altrimenti gli operatori potrebbero approfittare di un rallentamento delle aspettative in tal senso per monetizzare i ricchi guadagni degli ultimi mesi.