ROMA (WSI) – Il Regno Unito sta spingendo affinchè Mario Draghi venga privato del suo diritto automatico di essere a capo del CERS (Comitato europeo per i rischi sistemici). Obiettivo: ridurre l’influenza che la Banca centrale europea avrà in seguito sulla creazione di un’Unione bancaria nell’Eurozona.
Stando a quanto riportato dal Financial Times, il Tesoro britannico ha riferito in un parere trasmesso alla Commissione europea che il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board -ESRB) non dovrebbe essere automaticamente presieduto dal numero uno della BCE, visti i cambiamenti radicali che si stanno presentando in termini di regolamentazione finanziaria nell’area euro.
La creazione di una nuova e potente autorità di regolamentazione bancaria dell’Eurozona a Francoforte sta sollevando una serie di interrogativi sul sistema di controllo sulle banche europee, in particolare sul modus operandi di alcuni organi dell’UE dotati di ben poche risorse, tra cui per l’appunto l’ESRB e l’Autorità bancaria europea con sede a Londra.
La Gran Bretagna, nello specifico, teme che la propria influenza nell’UE sarà ridotta, poiché i 18 Stati membri dell’eurozona si fonderanno insieme in un’unione bancaria che avrà al suo centro la BCE.
Il Regno Unito ritiene quindi che il trasferimento della vigilanza delle singole banche della zona euro nelle mani della BCE avrà “importanti ripercussioni sia sulla governance che sulle risorse del ESRB” e, proprio per il fatto che la BCE diventerebbe l’organo di controllo più importante nell’UE, le motivazioni che spingerebbero Draghi a presiedere automaticamente l’organismo di controllo sul rischio non sarebbero più valide.
Detto questo per il Regno Unito il presidente della commissione ESRB dovrebbe essere sempre un banchiere centrale. Ma appunto non Draghi, per la presenza di “un chiaro conflitto di interessi”. “Se pensate alle bolle dei prezzi e alla crescita esagerata del credito, questi fenomeni sono spesso alimentati da una politica monetaria troppo accomodante. Ritengo che sia importante che l’ESRB discuta queste questioni”, ha commentato Sven Giegold, inviato del rapporto sulla regolamentazione sull’Ue del Parlamento europeo.