Allontanato lo spettro del default statunitense: è stato raggiunto l’accordo sul tetto al debito Usa. È stato scacciato, in questo modo, lo spettro di un preoccupante ed allarmante default e non si è dovuto procedere con il contenimento della spesa pubblica.
Joe Biden, presidente degli Usa, e l’opposizione repubblicana, che controlla la Camera dei Deputati, sono riusciti a raggiungere un accordo nella tarda serata di sabato: un vero e proprio compromesso, che ha il merito di sospendere per due anni il tetto del debito.
Debito Usa: una maratona negoziale
L’accordo sul debito Usa è arrivato al termine di quella che può essere definita come una vera e propria maratona negoziale ad alta tensione., ma che come avevamo già scritto su queste colonne, avrebbe portato senz’altro a un accordo, come già avvenuto in passato.
Janet Yellen, segretaria del Tesoro Usa, aveva provveduto ad avvertire, all’interno della sua ultima stima, che il default statunitense era in agguato a partire dal 5 giugno 2023. Sempre che non fosse arrivato il cosiddetto debt ceiling. Nel frattempo i mercati finanziari avevano iniziato a dare i primi segnali di un evidente e crescente nervosismo, che andava ad aumentare man mano che la scadenza si avvicinava. Giusto per avere un’idea, nel 2011 il rischio di default, che era stato esorcizzato all’ultimo minuto, aveva comportato il declassamento delle obbligazioni statunitensi da parte di S&P, mentre la borsa era crollata del 20%.
Joe Biden, nel corso di una dichiarazione dalla Casa Bianca, ha voluto celebrare l’intesa con Kevin McCarthy, lo speaker repubblicano della Camera dei Deputati, affermando che è stato effettuato un importante passo avanti, il cui merito è quello di ridurre la spesa mentre protegge programmi di rilievo critico per i lavoratori. Ma soprattutto ha il merito di aiutare la crescita economica. Biden ha poi sottolineato come l’intesa non faccia marcia indietro rispetto alle priorità più importanti che si era prefissato insieme ai democratici.
Nel corso di una conferenza stampa da Capitol Hill, McCarthy ha sottolineato come l’accordo contenga delle “riduzioni storiche nella spesa, riforme consequenziali che solleveranno persone dalla povertà e riduce eccessivi interventi governativi”. McCarthy ha aggiunto che non sono previste delle nuove tasse per rafforzare il gettito fiscale, anatema per i conservatori.
Cosa prevede l’accordo
Grazie all’accordo appena sottoscritto, in estrema sintesi, viene sospeso il limite massimo dell’indebitamento del governo statunitense. Fino ad oggi era previsto un tetto massimo a 31.400 miliardi di dollari, che è stato già raggiunto: la sospensione varrà per un periodo massimo di due anni. In altre parole fino alle elezioni presidenziali del 2024: viene evitato, in questo modo, un’ulteriore crisi e si evita un qualsiasi clima battagliero alle urne.
Con l’accordo, comunque, viene anche congelata la spesa federale, che non potrà essere aumentata. In certi casi arriva addirittura ad abbassarla, con l’unica eccezione per gli aumenti relativi agli stanziamenti per la difesa e per i veterani. Secondo un’analisi effettuata dal “New York Times”, i provvedimenti contenuti all’interno dell’accordo, nell’arco dei prossimi 10 anni, potrebbero portare ad una riduzione della spesa pari a 650 miliardi di dollari: un risultato che è considerato modesto a tutti gli effetti.
Tra i provvedimenti previsti dall’accordo ci sarebbero nuovi requisiti di lavoro e alcuni limiti temporali per determinati programmi di assistenza sociale, come ad esempio i buoni pasto, che costituiscono uno degli obiettivi cari ai repubblicani. Vengono cancellati alcuni fondi anti-Covid non ancora spesi ed è ridotto di 10 miliardi, a 70 miliardi, uno stanziamento per il fisco federale destinato a rafforzare la caccia all’evasione.