Economia

Trump, ecco come convincerà gli elettori a farsi rieleggere

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il presidente Usa Donald Trump inizierà, a partire da fine anno, a preparare il terreno per la sua rielezione. Prezzi più alti per i consumatori statunitensi a causa dei dazi non sarebbero un bel biglietto da visita

Al G20 di Osaka, tenutosi a fine giugno, Donald Trump e Xi Jinping hanno posto le basi per una ripresa dei colloqui sul commercio internazionale. La strada per arrivare a un accordo è però ancora tortuosa e non mancheranno battute d’arresto e aumenti di tensione. Gli investitori non devono tuttavia perdere di vista l’obiettivo finale del protagonista che ha, finora, condotto le danze: il presidente Usa Donald Trump. Lo ricorda Keith Wade, capo economista di Schroders:

“Il nostro scenario di base prevede che gli Usa e la Cina si muoveranno lentamente nella direzione di un accordo commerciale entro la fine dell’anno, a seguito del quale entrambe le parti ritireranno i più recenti aumenti dei dazi. Trump vorrà impedire che i consumatori statunitensi siano colpiti da prezzi più alti con l’avvicinarsi di una sua possibile ri-elezione nel 2020”.

Per i mercati finanziari sarebbe indubbiamente una buona notizia in quanto lo scenario economico “è vulnerabile agli shock come l’aumento delle tensioni commerciali”.

Stati Uniti verso nuovi tagli fiscali

Trump potrebbe spingersi anche oltre per raggiungere il suo obiettivo finale. Spiega Norman Villamin, responsabile degli investimenti private di Ubp:

“Notizie di stampa suggeriscono che la Casa Bianca cercherà di perseguire un secondo ciclo di tagli fiscali, stimati a 100 miliardi di dollari in dieci anni, adeguando l’imposta statunitense sul capital gain con un ordine esecutivo, bypassando di fatto il Congresso degli Stati Uniti. Sebbene non sia chiaro se questa proposta del presidente Trump sopravviverà a una probabile sfida legale da parte dei democratici nel Congresso, il tentativo di riduzione delle tasse è comunque un segnale degli intenti politici futuri della Casa Bianca. In altre parole, la mossa potrebbe suggerire che i rischi legati alla politica fiscale statunitense sono più decisamente orientati verso una sorpresa espansionistica, con l’avvicinarsi della campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane del 2020. Un simile cambiamento negli Stati Uniti andrebbe ad aggiungersi alle prospettive di alleggerimento fiscale e monetario che emergono a livello globale all’inizio della seconda metà del 2019”.

Gli scenari per l’economia globale

L’accordo commerciale con la Cina rappresenta per Schroders lo scenario previsivo centrale, con il 60% di probabilità di avverarsi. In questo scenario la crescita globale si attesterebbe al 2,8% quest’anno e al 2,6% nel 2020 con un’inflazione al 2,6%, a livello globale.

Percentuali limitate vengono attribuite dagli analisti di Schroders al verificarsi di altri tre scenari: stagflazione (16%), deflazione (14%) e reflazione (10%).