Economia

Trump-Merkel: da Huawei alle spese militari, nuovi attriti

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Nord Stream 2, Huawei e ora l’esercito: gli argomenti motivo di attrito tra la Germania e gli Usa sono tanti.  Se il gasdotto crea forte tensione tra le due superpotenze, la bestia nera da eliminare per Trump è Huawei.

Da una parte l’amministrazione statunitense ha cercato di spingere i paesi alleati, compresi quelli in Europa, a vietare al colosso cinese di essere incluso nel lancio della prossima generazione di tecnologie di rete mobile, 5G. Ma la Germania ha fatto spallucce e ha avviato l’asta per il 5G includendo Huawei. Gli Stati Uniti sostengono che le apparecchiature di rete di Huawei potrebbero essere utilizzate per lo spionaggio da parte del governo cinese.

Huawei dal canto suo ha ripetutamente respinto le accuse sostenendo che mai potrebbe permettere a Pechino di mettere le mani sui dati dei suoi clienti. Insieme alla Germania anche l’Italia ha dichiarato che non vieterà a Huawei di fare affari nel suo settore delle telecomunicazioni. Il htha affermato che non ci sono prove di alcuna minaccia alla sicurezza.

Sui fronti Huawei e NATO, sfida aperta a Washington

Si tratta di una sfida aperta a Washington. Se gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra commerciale alla Cina è anche perché tra le due potenze economiche mondiali è in corso una battaglia per la supremazia nel campo dei semiconduttori e di altri prodotti hi-tech all’avanguardia.

Ma Trump non si ferma qua. Riporta il German Foreign Policy, che il presidente Usa sta prendendo in considerazione l’ipotesi di richiedere denaro per il dispiegamento delle truppe statunitensi in Germania. Il presidente americano in sostanza vorrebbe che la Germania seguisse la Corea del Sud che paga metà dei costi dei 28mila soldati americani dislocati a Seul e dintorni come deterrente verso la Corea del Nord di Kim Jon-un.

In Germania ci sono 33mila soldati Usa nelle basi nato: e così Trump potrebbe chiedere alla Germania di pagare una sorta di “tassa di stazionamento“.

Una tassa che Trump potrebbe giustificare ricordando alla cancelliera tedesca Merkel che Berlino è ancora troppo lontano dal contribuire alle spese Nato con il 2% del proprio Pil. Il suo contributo è fermo all’1,37%, ma nel budget federale tedesco è previsto addirittura che scenda all’1,25% nel 2023.