Economia

Trump presidente Usa? Pericolo al pari di minaccia jihadista

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Peggio della Brexit o di un conflitto armato nel Mar meridionale cinese. Così viene considerata un’eventuale elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti dall’Economist Intelligence Unit, società di ricerca del gruppo Economist, che inserisce la possibilità che dal prossimo gennaio Donald Trump sia il presidente degli Stati Uniti nella top-10 dei rischi globali per l’economia mondiale.

Se il peggiore scenario immaginabile è quello di un crollo dell’economia cinese, quantificato a livello 20 come possibili conseguenze sul pianeta, l’eventuale vittoria di Trump a Usa 2016 segue di cinque posizioni ma con un comunque considerevole livello 12 come “risk intensity”. Lo stesso livello di rischio che viene assegnato all’aumento del terrorismo jihadista. Cosa mette soprattutto in allarme gli esperti del settimanale britannico?

Nell’analisi si sottolinea come l’elezione di Trump potrebbe portare gli Stati Uniti ad avviare guerre commerciali, ad una crisi con il Messico – al quale ricordiamo il candidato repubblicano promette che farà pagare la costruzione del muro per proteggere il confine meridionale – ed essere vista come una benedizione dai “reclutatori di estremisti in Medio Oriente” che saranno “aiutati dalla sua retorica anti-Islam”.

Gli analisti di Eiu, che comunque ritengono che Trump sarebbe sconfitto in un duello con Hillary Clinton in novembre, considerano che i rischi legati ad una sua elezione siano di pari livello di quelli “di una crescita della minaccia jihadista tesa a destabilizzare l’economia”.

Dalla società di ricerca ammettono che “mai un singolo politico e’ stato inserito al centro di una lista di rischi globali”, ha dichiarato a Politico Robert Powell, manager di Eiu.

“L’innata ostilità nei confronti di Trump da parte dei vertici repubblicani, combinata con l’inevitabile opposizione democratica ci porterebbero a vedere molte delle sue politiche più estremiste bloccate al Congresso – si legge nel rapporto – e queste interne tensioni minerebbero la tenuta della politica interna ed estera”.